LE PAROLE CHE FANNO STORIA E DONANO VITA
Quante volte le parole pronunciate svaniscono come un fumo di sigaretta nell’aria? Si parla per parlare, si dice per dire. Parli, e non ci credi nemmeno tu. Tanti luoghi comuni.
E’ un miracolo quando una parola usata e consumata come foglia d’autunno rispunta nuova e vera. Accade quando pronunci la parola amore davanti a un volto che ti guarda e a un cuore che batte, come un innamorato o una madre; quando dici buongiorno a una persona che ieri ti ha offeso. Le parole prendono vigore dalla storia che le ha forgiate e dall’esperienza che le rende vive. E’ un miracolo quando le parole della fede, usate e consumate come vecchie statue, tornano a brillare nel tessuto della vita.
Nei giorni scorsi ho avuto davanti agli occhi e nelle orecchie tre parole che vengono frequentemente pronunciate in ambito cristiano: comunione, fraternità, amicizia. Risalendo la galassia del tempo, siamo stati accompagnati a lambire la sorgente eterna da cui queste parole sgorgano. Comunione: non solo la comunione fraterna o la comunione eucaristica. Condotto alla soglia dell’eternità intravedi il Padre che riflette la sua immagine nel Figlio e con Lui vibra nell’amore dello Spirito Santo. Il circolo della comunione trinitaria esplode al di fuori, dando origine all’immensa creazione che si espande nello spazio-tempo, fino a dare origine alla storia dell’uomo. In un momento del tempo il Figlio viene ad abitare in mezzo a noi, ci convoca a una fraternità che supera quella della carne e del sangue, e ci chiama amici perché ci comunica tutto ciò che il Padre ha detto a Lui. Il discepolo che Gesù amava annuncia: “Quello che abbiamo visto e udito, quel che abbiamo contemplato e toccato lo annunciamo anche a voi, perché siate in comunione con noi. E la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo Gesù Cristo”. Vedere, udire, toccare, contemplare: quattro verbi che descrivono l’esperienza dei cristiani di tutti i tempi. A due a due, a dodici a dodici, la comunione si concretizza nella comunità e si armonizza nella fraternità. Una famiglia, un gruppo di persone o di famiglie, un luogo di lavoro o di socialità, nello spazio della Chiesa, in cammino dentro il mondo. Da quante persone e comunità, nell’arco di due millenni di storia, questo è stato vissuto? Quanto - anche - è stato rinnegato e tradito?
In un percorso che sempre viene rigenerato, l’acqua del Giordano, il sangue del Calvario, il vento dello Spirito continuano a scorrere nelle case, nelle chiese, nei luoghi della vita. E’ la mia e la nostra vita, nella breve radura in cui è spuntata, nel carisma che nuovamente la rigenera, nell’amicizia che la sostiene, nell’autorità che la garantisce. Le parole pronunciate non sono più un fiato di nebbia, ma un’esperienza vissuta. Parole che diventano persone, raccontano storie, generano vita, segnano la strada. Comunione, fraternità, amicizia: un alfabeto nuovo, un vocabolario aggiornato, un linguaggio fresco, ancora sempre da imparare e da sperimentare. Parole che operano quel che dicono, come le parole sacramentali del Battesimo e dell’Eucaristia: una sorgente per la nostra sete, un paniere per la fame nostra e del mondo.