Vai al contenuto

Vangelo secondo Matteo 5,27-32

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio».

MAESTRO DI VITA

Con chi ci paragoniamo nelle vicende della vita, nelle decisioni da prendere e nei giudizi che esprimiamo? Occorre un maestro che ci raddrizzi e ci rilanci, soprattutto in questi tempi in cui si va perdendo il senso dell’umano, dell’amore, della famiglia. Gesù è il nostro Maestro: tocca mente e cuore, e ci accompagna nella via della verità che fa vivere. Dietro a lui seguendo san Francesco, cammina Sant’Antonio, non solo operatore di miracoli ma annunciatore e testimone di Cristo.

Vangelo secondo Matteo 5,20-26

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “pazzo”, sarà destinato al fuoco della geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».

MA IO VI DICO…

Non la costruzione di barriere, non ostruzionismi dentro il cuore, ma la libertà di amare senza condizionamenti interiori e senza ostacoli esteriori. Gesù ci sospinge oltre noi stessi, oltre i nostri sentimenti che ci ingannano e inquinano le nostre decisioni. Dobbiamo fidarci di questo “io vi dico”. La parola autorevole di Gesù e il suo modo di vivere, amare, perdonare, diventino la nostra regola, con la sua grazia ci apre il cammino.

Vangelo secondo Matteo 10,7-13

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi».

STRADA FACENDO

La presenza di Gesù Figlio di Dio sulla terra è stato un grande avvenimento, che non si esaurisce con la sua salita al cielo e la missione dello Spirito Santo: piuttosto, si moltiplica e si estende attraverso l’azione degli apostoli e degli altri cristiani. ‘Strada facendo’, dice Gesù: mentre vivete, incontrate, parlate, agite. La sovrabbondanza del dono ricevuto va comunicata e donata, con l’unica garanzia della missione che ci è stata consegnata. Così è accaduto anche nella vita dei santi Felice e Fortunato.

Introduzione del celebrante
Celebriamo il Mistero di Dio-Trinità, Unico Dio in Tre persone, vita della nostra vita, principio della creazione e della redenzione. Nel Mistero della Trinità ci riconosciamo figli e fratelli, affidandoci a Dio che è Paternità, Sapienza e Amore.

  1. A te, Dio nostro Padre, affidiamo l’umanità intera: donaci di riconoscerci come tuoi figli amati e salvati, fratelli e sorelle per un mondo di amore, di vita e di pace,

Preghiamo: SANTISSIMA TRINITA’, ASCOLTACI

  1. A te, Signore Gesù, eterno Figlio del Padre, che ti sei fatto uomo, affidiamo la Chiesa salvata dalla tua morte e risurrezione; guidaci con la sapienza dei nostri pastori, accompagnaci con la testimonianza di tanti cristiani,

Preghiamo: SANTISSIMA TRINITA’, ASCOLTACI

  1. A te, Spirito Santo, Amore che unisci il Padre e il Figlio, affidiamo l’amore e l’unità delle famiglie, la concordia e la pace nella società, la missione verso tutto il mondo,

Preghiamo: SANTISSIMA TRINITA’, ASCOLTACI

  1. Santissima Trinità, Padre, Figlio, Spirito Santo, in quest’anno del Giubileo, rinnova il popolo cristiano nell’unità della fede, nel cammino della speranza, nell’abbraccio della carità,

Preghiamo: SANTISSIMA TRINITA’, ASCOLTACI

Conclusione del celebrante:
Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, Unico Dio in Tre Persone, accogli le nostre invocazioni e santificaci con la tua grazia. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

TRINITA’: NOSTRA STORIA E NOSTRA SORGENTE

La Trinità, unico Dio in tre persone, Padre e Figlio e Spirito Santo, è sorgente dell’universo creato e della storia della salvezza. Dio Padre ha tanto amaro il mondo da dare il Figlio Unigenito, e ci ha donato il suo Spirito che prosegue l’opera di salvezza. Creati a immagine della Trinità, possediamo intelligenza e cuore, aperti alla conoscenza e all’amore. La Trinità si esprime ed opera nella creazione, nella liturgia, nella vita. Apriamo occhi a riconoscere, cuore ad accogliere e vivere il Dio uno e trino.

 

Vangelo di Matteo 5, 13-16

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa.  Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli.

SALE E LUCE

Gesù, che ci ha chiamato come discepoli, ci affida il compito di essere testimoni. Come?

Due immagini efficaci: diventando sale che dà sapore ai cibi, e luce che illumina. Gesù ci fa notare il pericolo di sciupare il sale e di nascondere la lucerna. Siamo cristiani, e lo siamo sempre, con la vita, le opere, le parole. La fede in Gesù non è una divisa per le cerimonie, ma una vita e un amore che ci fanno vivere e risplendono nel mondo.

Vangelo di Giovanni, 19,25-34

Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno d'aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. E dopo aver ricevuto l'aceto, Gesù disse: «Tutto è compiuto!». E, chinato il capo, spirò. Era il giorno della Preparazione e i Giudei, perché i corpi non rimanessero in croce durante il sabato (era infatti un giorno solenne quel sabato), chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi all'altro che era stato crocifisso insieme con lui. Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua.

ALL’INIZIO DELLA CHIESA

La Chiesa nasce con Maria. Lei è la Madre che ha concepito e fatto nascere il Signore Gesù. Dalla croce, Gesù consegna Maria come Madre a Giovanni, e affida a lei Giovanni come figlio, primizia dei cristiani e di tutti i viventi. Maria partecipa con gli apostoli e i primi discepoli all’effusione dello Spirito Santo a Pentecoste. Nel giorno che segue l’avvenimento che segna l’inizio della missione nel mondo, veneriamo Maria Madre della Chiesa che ancora nasce e cresce.

 

Messa del Giorno, Anno C

Vangelo secondo Giovanni 14,15-16.23-26

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».

IL PERCORSO DELLO SPIRITO

La Pentecoste è la grande festa che allarga il mistero di Gesù alle dimensioni del mondo. La vita del Signore, la Pasqua, la salvezza, sono per tutti. Lo Spirito Santo rinnova il desiderio di entrare nell’opera compiuta da Cristo e di vivere secondo il Vangelo, perché ogni uomo e ogni donna siano raggiunti dalla sua presenza salvatrice. Nel Giubileo dei movimenti e associazioni, invochiamo lo Spirito Santo con i suoi doni per la vita e la speranza nostra e di tutti.  Vieni Santo Spirito. Vieni per Maria.

 

Messa del Giorno, Anno C

Vangelo secondo Giovanni 14,15-16.23-26

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».

IL PERCORSO DELLO SPIRITO

La Pentecoste è la grande festa che allarga il mistero di Gesù alle dimensioni del mondo. La vita del Signore, la Pasqua, la salvezza, sono per tutti. Lo Spirito Santo rinnova il desiderio di entrare nell’opera compiuta da Cristo e di vivere secondo il Vangelo, perché ogni uomo e ogni donna siano raggiunti dalla sua presenza salvatrice. Nel Giubileo dei movimenti e associazioni, invochiamo lo Spirito Santo con i suoi doni per la vita e la speranza nostra e di tutti.  Vieni Santo Spirito. Vieni per Maria.

Vangelo secondo Giovanni 21,20-25

In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?».
Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.

IL VANGELO CHE RIMANE

Giovanni, l’unico degli apostoli a non morire martire, mette la firma al suo Vangelo. Egli è consapevole che la vita e il mistero di Gesù sono ben più grandi di quanto egli abbia potuto raccontare. Il Vangelo rimane aperto. Non sono perché la pagina scritta non arriva a dire tutto, ma anche perché la sua comprensione è inesauribile. Soprattutto, la semente del Vangelo continua a portare frutto nella vita dei discepoli donando la grazia di ripercorrere e rivivere nel tempo presente il mistero del Signore risorto.

Vangelo secondo Giovanni 21,15-19

In quel tempo, [quando si fu manifestato ai discepoli ed] essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».
Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore».
Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse “Mi vuoi bene?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi».
Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

DI FRONTE AL RISORTO

Dopo le grandi parole ascoltate da Gesù nell’ultima Cena, dopo il suo personale rinnegamento, dopo la desolazione della condanna e della croce di Gesù, dopo aver visto il sepolcro vuoto e avere incontrato Gesù risorto, che cosa viene richiesto a Pietro, cosa gli spetta? La domanda di Gesù sulla riva del lago lo raggiunge al cuore. Pietro risponde come è capace. Gesù lo investe del compito di Pastore del gregge. Non gli resta che seguire Gesù. Guardiamo Pietro per rispondere come lui.