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Giovedì 17 marzo 2016- San Patrizio, vescovo 385-461, patrono d’Irlanda

 
Vangelo secondo Giovanni 8,51-59

In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «In verità, in verità io vi dico: “Se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno”». Gli dissero allora i Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno”. Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?».
Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”, e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia».
Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono».
Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.
IN VETTA
Con questa pagina di Vangelo, Gesù ci porta in vetta. Egli attribuisce a sé il nome che Dio si è dato quando si è rivelato a Mosè parlando dal fuoco del roveto sul monte Oreb: IO SONO. Egli, un uomo che ‘non ha ancora cinquant’anni’, ha visto Abramo ed E’ prima di Abramo! Una rivelazione di questa pienezza, o viene accolta per la fiducia che merita Colui che la manifesta, oppure si tira addosso le pietre. Chi la accoglie, cammina verso la verità di sé e verso la pienezza della sua stessa vita.

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