La vita non è una traversata solitaria. Non è nemmeno un viaggio monotono e ripetitivo, come chi ogni mattina si imbarca dall’isola sulla stessa motonave verso la terraferma. Il viaggio della vita gode di una bella compagnia, è condotto da un bravo capitano, e soprattutto ha una mèta che continuamente si rinnova.
Si può dire così anche per la traversata dell’anno liturgico?
Lo si può dire per due motivi. Il primo è che noi siamo sempre nuovi. Il desiderio del cuore è così profondo che di anno in anno rinasce fresco come l’erba e i frutti della terra. Il secondo motivo è che nell’anno liturgico noi non ripetiamo dei riti, ma riviviamo un’avventura ancora in azione.
La vita di Gesù di Nazaret si riaccende nello scorrere del tempo perché Egli è vivo e il suo Spirito soffia aria nuova sulle vele.
Occorre guardare. Guardare l’orizzonte, riconoscere i tratti del percorso, considerare i passeggeri. Occorre aver stima del Capitano e decidere di rimanere imbarcati con Lui per tutto il percorso, fino a passare all’altra riva.