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Giovedì Santo: “Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi…”:

 

Giovedì Santo

Viene l’ora della Cena Pasquale: nel segno del pane e del vino Gesù si consegna per gli amici più stretti e per i molti. Siamo convocati a celebrare l’antica Pasqua di Israele rinnovata in Gesù. Si realizza in due gesti: l’offerta del corpo e del sangue nel segno del pane e del vino, e l’azione del servo che lava i piedi. Cristo si paragona all’agnello offerto in sacrificio. Uno stile che potrebbe diventare il tracciato di vita della nostra società, dalla vita familiare a quella pubblica e persino politica.

2016-03-24 09.38.00L’assemblea sufficientemente numerosa fa desiderare che tutto il popolo fedele si ritrovi convocato insieme nella sera del Giovedì Santo, discepoli, amici e familiari del Signore. Il gruppo composito degli ‘apostoli’ rappresenta tutti: alcuni papà con i figli che celebreranno la prima comunione; ragazzi incamminati alla cresima; un giovane che presta servizio in chiesa. Il celebrante si accosta a ciascuno cinto ai fianchi dall’asciugamano e lava il piede destro di ciascuno. Un gruppetto di ragazzini si avvicina per seguire con occhi attenti la scena. L’offertorio raccoglie il frutto della penitenza quaresimale e verrà consegnato per la missione. La Messa termina con un gran finale. Tutta l’assemblea dei fedeli accompagna il celebrante all’altare dell’eucaristia, dove il sacramento viene risposto per essere adorato. Il canto è solenne, l’attenzione intensa. Poi i fedeli escono di chiesa, in silenzio. Gli altari vengono spogliati. Sta per cominciare la passione del Venerdì, annunciata dallo struggimento del Giovedì notte: la cattura, anzi la ‘consegna’. Pochi fedeli si riuniscono in serata ‘un’ora sola a vegliare con Gesù’, nel silenzio e nel canto, lasciandosi accompagnare dai testi evangelici.

Da "La Traversata" pp 50-51

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