La moglie del procuratore è Claudia, la donna che raccomandò a Pilato di non avere nulla a che fare con l'uomo che l'aveva turbata già nel sogno. Qui la troviamo a Roma, invitata a casa del filosofo Seneca in un serata di convito come si usava tra i Romani. Nella prima parte del libro c'è tutto il clima vuoto e lussureggiante dei banchetti dell'antica Roma: cortigiane facoltose, poeti altezzosi, politici 'arrivati', insieme con schiavi e schiave a pieno servizio. I discorsi si mescolano confusamente e a tratti aprono squarci di vera umanità e di affannosa ricerca della verità, come pure di ostentato cinismo. Al lettore verrebbe voglia di chiudere il libro e di uscire dalla sala del banchetto. Sennonché l'ombra discreta della donna che è stata invitata sfiora gli ospiti, aprendo ferite e domande ed evocando situazioni irrisolte. Fino al momento in cui Claudia e Socrate rimangono soli, dopo un incerto tentativo di lei di farla finita con il tormento che la rode. Claudia ha tra le mani una lettera del marito scritta all'imperatore sulla 'crocifissione di quell'uomo'. E' il punto di partenza di un racconto intensissimo, dove la vicenda della condanna di Cristo è rivissuta non solo nei termini di un cronaca puntuale ma nel dramma di una partecipazione personale sempre più coinvolta. Quell'uomo, il suo volto martoriato, il suo sguardo infinito, emergono nella profondità della vera identità che abbraccia il destino di chi vi si è imbattuto e dell'intero mondo. Non è più soltanto il dramma di Claudia e del marito procuratore, ma il destino di tutti. Seneca ne rimane turbato, pur immobile nel suo scetticismo filosofico duramente guadagnato. Nell'ampia lettura degli avvenimenti che procedono con uno sviluppo a spirale, con sorprendenti riflessi sul destino dell'uomo, anche il lettore rimane totalmente catturato. Non è più solo la vicenda di Claudia, è il cuore dell'autrice, è il cuore di ogni uomo.
Elena Bono scrisse questo romanzo inserito in una serie che comprendeva altri racconti con sfondo evangelico. Il libro fu pubblicato negli anni sessanta in Inghilterra e Francia e successivamente in Italia. Per la prima volta viene pubblicato singolarmente. E’ un'occasione straordinaria non solo per una lettura eccezionalmente intensa ma anche per la scoperta di un'autrice che accompagna il destino dell'uomo contemporaneo. La prefazione di Armando Torno e la postfazione di Stefania Segatori collocano il romanzo nel contesto della vita dell'autrice e della letteratura del Novecento.
Elena Bono, La moglie del Procuratore. Marietti 1820, Milano 2015, pp 206 € 12
Angelo Busetto
Lèggere nei giorni pasquali “La moglie del Procuratore” di Anna Bono, Edizioni Marietti, è come tuffarsi nel cuore della storia, rivissuta in un continuo presente. È una sorta di ampliamento della vicenda partecipata con il popolo cristiano nella liturgia. Non attraverso una celebrazione rituale, ma dentro un avvenimento vivo, fatto di perone reali, di sentimenti e risentimenti, di personaggi noti e della folla delle persone sconosciute. Claudia, moglie di Pilato, in una sera racconta a Seneca quanto è accaduto in un giorno lontano a Gerusalemme. Questa lettura diventa uno strumento, discreto ma pieno di suggerimento, affinché la vicenda di Cristo e il suo volto ritornino ad essere reali nella vita dei cristiani degli uomini d'oggi.