Una delle giornate più brutte di questa altalenante primavera: pioggia e vento, e freddo come a febbraio. Eppure ieri, domenica, è diventata una giornata sorprendentemente bella. Le uscite con le famiglie dei ragazzi hanno sempre una gestazione problematica: vengo, non vengo, non posso, abbiamo un impegno. Poi ci si accorge di aver bisogno proprio di occasioni come questa. la testimonianza di Matteo
Non solo per stare insieme tra noi e sperimentare la fraternità, ma anche per incontrare. Incontrare che cosa? Nel proporre l’uscita abbiamo usato il termine ‘scampagnata’, immaginando passeggiate sui campi, tra l’erba verde e gli alberi fioriti e il cortile e l’ombra. Gli alberi c’erano, sbattuti dalla pioggia e i viali erano inzaccherati di pozzanghere. C’erano i cavalli rinchiusi nei loro recinti, che ci guadavano con gli occhi laterali e ci annusavano; ci sono state raccontate le loro storie affascinanti, le abitudini e le prerogative. Ma soprattutto ci è stata raccontata la vita di don Sandro Dordi, al quale è intitolata la cooperativa e la sua opera rivolta alle persone che vivono varie difficoltà. Don Sandro, un giovane prete bergamasco nel nostro Polesine dopo la grande alluvione, in bici e al capezzale dei malati; poi in Svizzera con gli emigranti, poi in Perù, con le comunità taglieggiate dal Governo e ricattate da Sendero Luminoso. Don Sandro è stato ucciso in odio alla fede cristiana e lo scorso dicembre è stato proclamato beato. Abbiamo sentito raccontare anche un’altra storia, quella di un ragazzino cresciuto malamente con la droga, riscattato dalla fede cristiana e dalla misericordia e ora lì a servirci con passione.
E dunque, questa giornata? Il freddo e la pioggia ci hanno fatto apprezzare ancora di più il calore dell’accoglienza e la verità delle testimonianze. Dio trova sempre la strada per la quale passare e il solco sul quale buttare la semente.