Dentro i ‘gesti’
Viviamo gli avvenimenti scorrendo velocemente sopra la loro corteccia. Bello, non bello; mi prende, mi annoia; lungo, corto; siamo tanti, siamo pochi e via di seguito. Ma dentro l’avvenimento, dentro la cosa vissuta, celebrata, partecipata, cantata, chi c’è? Quale il senso, il motivo, il contenuto? Quale l’effetto in te, in noi, negli altri; quale il beneficio, il lascito nel cuore e nella memoria? In questi mesi vengono vissuti molti ‘Giubilei’, con l’ingresso attraverso la Porta Santa e altre celebrazioni. Folle numerose o gruppetti o singole persone. Un gesto imponente o semplice. Un rivolo di acqua buona percorre il territorio umano della diocesi e dell’intera Chiesa, ristorando, lavando, rinnovando: il percorso della Grazia arriva alla soglia del cuore e della mente di ciascuno. I ‘gesti’ cristiani non hanno lo scopo di celebrare se stessi o coloro che li compiono, ma di riportare le persone davanti a Gesù, riaccendendo l’amore a Lui e la dedizione della vita.
Così avviene pure nelle celebrazioni delle feste o nella semplice messa feriale; nella normalità del procedimento liturgico o nelle azioni e iniziative speciali, organizzate con cura, richiamando a parteciparvi ragazzi e adulti. “Com’è andata?”, ci si domanda alla fine, guardando a tutto il castello esteriore: le cose ben riuscite, i buchi rimasti scoperti, le sorprese, le delusioni.
Alla fine, a che cosa serve tutto questo? La prima opera cristiana vissuta da San Benedetto e seguaci, da San Francesco e da tutti i santi, è stata ‘quaerere Deum’, cercare Dio, lodarlo, amarlo come unico amore. Santa Teresa di Gesù Bambino avrebbe voluto essere tutto e fare tutto; scopre infine di poter essere il cuore che muove l’intero organismo. Ci si muove per rispondere all’amore di Cristo, ringraziandolo come il decimo lebbroso per quanto riceviamo quotidianamente; come Maria che percorre dall’inizio alla fine il santo Rosario dei misteri della vita del figlio. Questa è la Porta Santa che attraversiamo ogni giorno dell’anno per ottenere la guarigione totale. Giubileo, Messa, catechismo, feste, giro delle famiglie, oratorio, carità, missione: dal cuore vivo di un cristiano, di tanti cristiani, la vita scorre in tutto il corpo. L’opera di Dio è viva nel terreno come una semente gettata: che tu dorma o vegli, essa germoglia, perfino in un terreno colpito dall’uragano, in un’anima ferita dalla colpa. Non possiamo indagare o misurare a sufficienza il mistero di Dio che freme dentro la nostra corteccia umana. Ma possiamo invocare e cercare "giorno e notte", come la sposa del Cantico, lo Sposo che abbraccia il nostro niente e rende lieta la vita.