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La vita rinasce dal rapporto con Cristo

LA VITA dopo il REFERENDUM 

Mentre si svolgono trattative politiche in alto e in basso, coinvolgendo istituzioni dello Stato e partiti politici, noi non possiamo stare ad aspettare. Non si può aspettare per vivere, perché si vive ogni giorno. Ogni mattina ci si risveglia pieni di desiderio. Arriva puntualmente a scuoterci l’invito dell’Avvento.

Il grido del Battista risuona dentro l’anima per tutti i giorni che seguono ciascuna domenica di dicembre: “Convertitevi, il Regno di Dio è vicino”. Non vale solo per risollevare la testa dal banco di chiesa. Il germoglio annunciato da Isaia fiorisce dentro la vita. Che cosa lo fa fiorire? Che cosa sorpassa le beghe della politica e le promesse degli imbonitori; che cosa scava un solco nel quale gettare nuova semente?

Ai margini della trattativa politica emerge la questione morale: moralità dei partiti e delle istituzioni, degli imprenditori e degli operai, moralità della scuola e degli studenti, dei negozianti e dei clienti. Mentre l’insistito richiamo morale scuote qualche anima bella, se ne fanno beffe i truffatori occulti o palesi. La buona volontà inaridisce come la fontana di piazza staccata dalla sorgente.

Dove ricomincia il riscatto della persona e dell’intero popolo?
Una nervatura di solidarietà pervade la nostra gente; un fondo di ideale rispunta come richiamo ai valori o forse come protesta – contro i corruttori, o i politici, o l’inquinamento dell’aria – e si rinnova come speranza guardando i bambini che crescono. E’ una diffusa piattaforma di vita che non si sfalda, sulla quale si intrecciano famiglie e amicizie e si aprono improvvisi spazi di collaborazione e di solidarietà. Nello smarrimento dei mass-media che non sanno prevedere il futuro della nazione e ripiegano sul toto-leader o sulle previsioni della data delle elezioni, il barcone scivola sul pelo dell’acqua senza individuare il percorso e senza prendere consapevolezza del carico che trasporta.

Occorrerà risalire alla banchina di partenza. Perché dimenticare l’annuncio cristiano e trascurare l’esperienza della fede? Si rinasce dal riscatto del cuore rinnovato dalla misericordia, resa possibile anche al carcerato in prigione, come attestano le cronache. Si rinasce dall’annuncio cristiano e dalla comunità cristiana. Il nome di Gesù Cristo non può essere pronunciato di soppiatto, nascondendolo velocemente nella cartella dei buoni propositi o bruciandolo nel caminetto del tepore natalizio. I cristiani che continuano ad essere fedeli a Cristo e Lo amano in contesti di repressione e di persecuzione, mostrano che la vita riparte dal rapporto con Gesù e dall’amore a Lui. Occorre superare la copertura pubblicitaria che eclissa il contenuto cristiano dell’Avvento e del Natale, per ritrovare il Volto e i volti dai quali rinasce la persona e ritrovano fiducia l’uomo e la donna. Ascoltiamo l’impulso del cuore e spiamo il binario del treno con quale Gesù arriva fino al cuore delle nostre città.

Non si tratta di una speranza isolata e inattiva. Lo descrive con acuta intuizione il filosofo Alasdair MacIntyre. Guardando la situazione dell’impero romano in decadenza, egli nota: «Un punto di svolta decisivo in quella storia più antica si ebbe quando uomini e donne di buona volontà si distolsero dal compito di puntellare l’imperium romano e smisero di identificare la continuazione della civiltà e della comunità morale con la conservazione di tale imperium. Il compito che invece si prefissero fu la costruzione di nuove forme di comunità entro cui la vita morale potesse essere sostenuta, in modo che sia la civiltà sia la morale avessero la possibilità di sopravvivere all’epoca di incipiente barbarie e di oscurità» (A. MacIntyre, Dopo la virtù, Feltrinelli, Milano 1988, p. 313).

In ambito cristiano, queste forme di comunità non nascono dal contratto sociale, ma dalla coscienza della comune appartenenza a Cristo e della sua chiamata a riconoscersi nel suo nome. Nascono nuovi monasteri nella città e si rinnovano famiglie e amicizie. Crescono paesi e comunità. Si impiantano case e campi. Una rete dei rapporti umani lega le persone in una solidarietà di spirito e cuore, di carne e sangue. Quante volte e in quante forme è accaduto nella storia generata dal cristianesimo? Quante volte l’abbiamo visto accadere nei paesi diventati cristiani e nelle amicizie rinnovate dalla fede? Dal Natale di Gesù nel cortile di casa e nel cuore della vita rinascono le persone e l’intera società.

di Angelo Busetto (da La Bussola Quotidiana, 7 dicembre 2016)