OLTRE IL POZZO
Alla donna samaritana non bastano i pozzi della Samaria; non bastano i cinque mariti più l'uomo con il quale convive. Incontrando Gesù, la donna scopre Uno più grande e si mette a parlare del tempio, di fede e di adorazione. Si coinvolge in discorsi che noi ‘moderni’ fatichiamo ad afferrare interamente. Di quale tipo è dunque la sua sete? Chi la può soddisfare?
Chi può calmare la fame e la sete di un bambino, il desiderio di un adolescente, l'attesa di un giovane, il bisogno di un malato, le speranze di un uomo maturo, le paure di una persona anziana? Quale pozzo, quale acqua? Quale colle, quale infinito, quale luna e quale stella possono riempire lo sguardo di Giacomo Leopardi? Quale universo corrisponde all'attesa del cuore umano?
‘Né su questo monte né a Gerusalemme’ - in nessuna delle nostre costruzioni - troverà riposo la nostra anima. Al pozzo dove andiamo ad attingere per la nostra sete, ci attende Colui che è Spirito e Verità. Egli ci spalanca il fondo della nostra domanda umana e rivela se stesso come risposta. “Che sia lui il Messia?”, grida la donna: tra le prime persone che hanno riconosciuto Gesù come salvatore di tutti gli ebrei e i samaritani del mondo.
Vangelo secondo Giovanni 4, 5-15.19b-26.39a.40-42
In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: Dammi da bere!, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?».
Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua. Vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare».
Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità».
Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te».
Molti Samaritani di quella città credettero in lui. E quando giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».