CarmelitaneSettimana Santa, il percorso del Mistero
Uno sguardo alla contemporaneità degli eventi della Pasqua narrati nei Vangeli
da Vaticaninsider - don Angelo Busetto
Chi non vorrebbe essere partecipe degli avvenimenti di Cristo nel modo in cui li rivive la Chiesa? Certamente non saremmo capaci di sopportare il carico della croce così come l'hanno visto e portato la madre e le donne e l'apostolo amato, che hanno seguito Gesù fino al Calvario.
Non reggeremmo a vederlo dileggiato, percosso, flagellato, insultato, trafitto dai chiodi, innalzato in croce, ansimante nel dolore, reclinato il capo nella morte. Non abbiamo forse abbastanza fede e abbastanza amore per portare il peso di questo sguardo e di questo dolore. Ma ormai noi contempliamo Cristo che si contorce, soltanto nei crocifissi di legno, e ci consoliamo a vederlo distendersi nelle immagini francescane e nelle icone bizantine.
Appena alcuni dipinti del Sei-Settecento fanno intravvedere il tormento del Crocifisso e forse ancora un poco ci turbano lo sguardo. Noi ora abbiamo la grazia di partecipare alla passione del Signore nell'ambito caloroso della Chiesa. Nello scorrere delle azioni liturgiche, il ritmo delle antifone, la triplice scansione dei lettori che si rimpallano il racconto della Passione nella Domenica delle Palme e poi nel Venerdì santo, la bellezza dei canti a voce solista oppure con l'intero popolo o nell'armonia struggente e incalzante del coro, in tutto questo e in altro ancora, la passione del Signore è un torrente che dopo il rimbalzo dalla vetta della montagna si è disteso nella vasta campagna della vita della Chiesa.
Incanalato nei sentieri del calendario liturgico, illuminato dalla bellezza delle devozioni, riscaldato dall'affetto del popolo cristiano, il mistero della Passione e della Morte del Signore non decade in cupa tristezza, ma risplende dei bagliori della risurrezione.
Percorrendo la lunga prateria della storia il mistero cristiano ci raggiunge attraverso la vita dei santi che l'hanno amato e imitato e l’hanno raccontato e descritto, attraverso le chiese e i monasteri che l'hanno ospitato e celebrato, i dipinti di Giotto e i corali di Bach e persino con gli intensi ricordi e i sapori della nostra infanzia. La passione di Cristo si completa nella carne della Chiesa, trasfigurata dalla sua viva presenza. Cristo non rimane ridotto a musica, non svanisce nella produzione artistica e non annega nello spunto coreografico.
Egli pervade la vita del popolo e delle persone, entra nelle case, si manifesta nel dolore dei malati e nella gioia degli sposi, nella mobilità irrequieta dei ragazzi e nel desiderio dei giovani che vivono di ideali. Il corpo di Cristo vive nella totalità della dedizione verginale, nella misericordia che salva, nella carità che accompagna a vivere e a morire. Cristo permane con la sua forza potente e sospinge a conversione: un Amore che attrae e convince; una Presenza che guarda e fa vivere.