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7 giugno 2017, Sant’Antonio Maria Gianelli vescovo, La Spezia 1789- Piacenza 1846

Vangelo secondo Marco 12,18-27

In quel tempo, vennero da Gesù alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e lo interrogavano dicendo: «Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che, se muore il fratello di qualcuno e lascia la moglie senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. C’erano sette fratelli: il primo prese moglie, morì e non lasciò discendenza. Allora la prese il secondo e morì senza lasciare discendenza; e il terzo egualmente, e nessuno dei sette lasciò discendenza. Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna. Alla risurrezione, quando risorgeranno, di quale di loro sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Rispose loro Gesù: «Non è forse per questo che siete in errore, perché non conoscete le Scritture né la potenza di Dio? Quando risorgeranno dai morti, infatti, non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli. Riguardo al fatto che i morti risorgono, non avete letto nel libro di Mosè, nel racconto del roveto, come Dio gli parlò dicendo: “Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe”? Non è Dio dei morti, ma dei viventi! Voi siete in grave errore».

IL DIO DEI VIVI

Vorremmo calcolare la vita eterna con le stesse misure della vita terrena. Non riusciamo a immaginare il tipo di vita e il livello di felicità che segue alla risurrezione dei morti. Nel regno dei cieli non svaniranno i legami affettivi già vissuti, ma verranno immersi nel mare dell’infinita pienezza della vita divina: la profondità del Padre, l’immagine perfetta del Figlio, l’amore pieno dello Spirito Santo. Quello che abbiamo ricercato e desiderato, troverà una risposta senza misura.