STRADA FACENDO
Il Vangelo si fa strada nella vita, come un viandante che percorre un viaggio lungo e fruttuoso. Il Vangelo raccoglie insieme gruppi di pellegrini sostando qua e là, per fare nuovo il mondo. Piccole comunità nascono, come è accaduto nella storia dei grandi evangelizzatori che hanno bonificato campagne e riconciliato cuori, hanno ricostruito città e riaperto vie di comunicazione. Il monaco Agostino nell’Inghilterra, Colombano in Irlanda, Cirillo e Metodio nei paesi slavi, e tanti altri, in forme e tempi diversi, sono diventati padri di molti popoli. Soprattutto Benedetto e i suoi monasteri avviarono il riscatto dell'Europa dalla decadenza della civiltà romana e dall'invasione della barbarie. Per tanti secoli una corrente di vita e di carità ha creato la civiltà contadina e suscitato le confraternite cittadine nell’ambito delle comunità parrocchiali. Il mondo rinasce quando i cristiani si associano nell'impresa della carità e innestano nei rapporti umani la nuova linfa del Vangelo.
E oggi? L'individualismo è la tentazione che separa i cristiani gli uni dagli altri e li disperde senza rendere fruttuosa la loro presenza.
Per questo, è benedetto ogni sentiero che metta in comunicazione persone, famiglie, amicizie; ogni iniziativa che sciolga la rigidità degli egoismi e dei particolarismi e apra virtuosi processi di trasformazione. Non avviene appena attraverso comunità compiutamente organizzate, sul tipo delle comunità dei consacrati o di Nomadelfia o di quelle che si ispirano a don Oreste Benzi o chissà a quali e quanti altri percorsi. Accade anche in esperienze più brevi e ridotte; forme di fraternità si costituiscono nell’adesione a un carisma, che dall’amicizia e dalla preghiera genera nuova vita. Anche una vacanza insieme, in un piccolo gruppo di famiglie o in una comunità più consistente, compie un tratto di cammino in questa direzione. La condivisione dei beni, nell’entità più o meno significativa della 'cassa comune', innesta un processo positivo. "Strada facendo" il vangelo diventa criterio di vita. Una tazza di caffè, una carezza, una parola, uno sguardo, l'offerta di un'ora di tempo, sono gesti piccolissimi che donano un respiro nuovo e alzano lo sguardo da sé verso altri e verso l’Altro, riconosciuto come protagonista della vita. Quando è chiaro lo scopo che muove, non c'è nemmeno bisogno di organizzarsi.
Qual è la cosa eccezionale in tutto questo? Un fatto sperimentabile: più doniamo, più riceviamo e siamo contenti. La Chiesa come forma di vita libera da paura e solitudine. Dieci, cento, mille esperienze di questo tipo rispondono al bisogno del cuore umano che è stato creato per compiersi nella relazione dell’amicizia e nell’apertura all’infinito. La semente gettata dallo Spirito non si disperde nell’aria di un qualunquismo senza cuore e senza volto, ma attecchisce in piccole aiuole che si fanno strada, suscitando nuovi colori nella vasta radura dell’umano.