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Venerdì 28 luglio 2017 Santi Nazario e Celso, martiri nel 304

Vangelo di Matteo, 13,18-23

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: “Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

IL BUON TERRENO

Non basta dunque che la semente venga gettata. Occorre un terreno che la accolga. La fede non attecchisce per automatismo, né cresce senza la collaborazione del desiderio e della volontà. Non possiamo tagliarci fuori dicendo che 'siamo fatti così'. Possiamo liberare il terreno dai sassi e dai rovi. Possiamo sottrarre alle preoccupazioni e sgusciare via dalle tentazioni. Occorre l'attrattiva più grande del seme che cresce.