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Martedì 1 agosto 2017 – Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, vescovo e dottore della Chiesa, 1696-1787

Vangelo secondo Matteo 13,36-43

In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo».
Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!»

LA PROSPETTIVA DELL’ETERNO

Sembrerebbe che la parabola della zizzania fosse già tutta chiara. Invece Gesù, da buon maestro, la spiega nel dettaglio, aprendo uno squarcio sul giudizio di Dio e sulla realtà dell’inferno e del paradiso. La nostra condizione umana si apre sulla prospettiva dell’eternità: ogni azione umana si sporge sull’infinito futuro, e ha un peso, positivo o negativo, sul nostro destino eterno. Dante ne ha tenuto conto e un santo come Sant’Alfonso vi ha intessuto l’insegnamento morale. Vale anche per noi.