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Vangelo di Matteo 20,20-28

In quel tempo, si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedeo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dóminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

LA STESSA STRADA

Gesù chiama gli apostoli e anche noi a percorrere il suo stesso cammino, fino alla croce, per rendere la nostra vita simile alla sua. Noi non seguiamo il Signore per avere onori e gratificazioni, ma per imparare a donare la vita come Lui. Questa è la strada più umana per realizzare se stessi. Come? Non basta conoscerla né basta impegnarsi a percorrerla. Occorre domandare la sua grazia e riconoscere e accogliere la vicinanza dei fratelli che percorrono la stessa strada.

 

Vangelo di Matteo 12, 38-41

In quel tempo, alcuni scribi e farisei gli dissero: «Maestro, da te vogliamo vedere un segno». Ed egli rispose loro: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra. Nel giorno del giudizio, quelli di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona! Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone!

IL SEGNO DEL CROCIFISSO RISORTO

Andiamo da Gesù con le nostre pretese e vorremmo piegarlo alla nostra misura, riducendolo a un idolo. Il volto di Dio è un altro. Nel procedere della sua esistenza, Gesù lo manifesta attraverso uno stile di vita che trova compimento nel 'segno di Giona', cioè nella sua morte e risurrezione. Egli è l'uomo che si dona totalmente al Padre per i fratelli e ne riceve in cambio la vita nuova della risurrezione. Il Crocifisso risorto svela la vera identità di Gesù.

Vangelo secondo Matteo 13,24-43

In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponètelo nel mio granaio”».

UN LAVORO DI BENE

Il Vangelo è realista: nel mondo il bene e il male stanno insieme. Ed è pretesa inutile se non addirittura dannosa quella di voler estirpare le radici del male, al fine di creare un mondo interamente buono. Talmente sono intrecciate le radici del bene e del male, nella società e nel cuore di ciascuno! Che fare dunque? Gesù rimanda la totale eliminazione del male dal mondo agli ultimi tempi, quelli del giudizio finale. E nel frattempo? Impariamo guardando come si muove Gesù. Gesù guarisce i malati e rilancia i peccatori a una vita buona, si tratti del ladro Zaccheo o della donna adultera. Apre davanti a tutti un cammino di libertà, nell’amore a Dio e nel servizio del prossimo. Il modo migliore per tener testa al male è dunque quello di compiere il bene. Possiamo coltivare un vaso di fiori sul davanzale o una piccola aiuola in giardino, un grande campo o un'intera pianura: in famiglia, nel luogo di lavoro, nella società. Ciascuno al suo lavoro.

Ti auguro la gioia della Maddalena nel primo incontro con Gesù!
Vangelo secondo Giovanni 20,1-2.11-18
 
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto».
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”».
Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.
 
MADDALENA, LA PRIMA
 
Celebriamo sempre con gioia la festa di Maria Maddalena, apostola degli apostoli. Primo, perché si tratta di una donna ardente e amante; secondo, perché questa donna ha trovato in Gesù l’amore che le ha corrisposto in pienezza; terzo, perché questo amore ha vinto tutti gli amori, incompiuti o distorti; quarto perché è la prima persona a constatare la risurrezione di Gesù e a testimoniarla davanti a tutti. Da lei ricomincia e prende vigore la fede di tutti i cristiani.

Quant’è la distanza da Norcia a Chioggia?                 Padre Cassian viene a trovare gli amici che negli ultimi mesi sono andati più volte e in vari gruppi a Norcia a dare una mano per edificare il nuovo monastero 'in monte'. Il grande movimento che si è creato dopo le distruzioni del terremoto, fa dire al Padre che è in atto un miracolo. È lui l'iniziatore della presenza dei monaci in Norcia. Mandato a Roma dagli Stati Uniti, nel 2002 iniziò la presenza nel luogo di nascita di San Benedetto, costituendo una comunità di varia provenienza internazionale, che ora vede nella edificazione del Monastero in Monte una stabile nuova dimora. Recentemente ha ceduto il posto di abate a un altro monaco. Nei nuovi locali s’è continuato a produrre la birra, che ora viene presentata a tavola, fresca e pienamente gustosa, nella cena alla Sagra del pesce, con amici che discorrono di opere educative e sociali e fanno domande sulla vita monacale, così sconosciuta ed equivocata nei nostri ambienti. Il dialogo non dimentica di sottolineare quanta Europa è nata dalla regola benedettina, e quanti cristiani vi trovano ancora paragone e suggerimento: 'Niente anteporre a Cristo, perché Cristo non antepone nulla a te".

 

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Nel silenzio della Cattedrale, stasera dalle 21 alle 22 adoriamo il Signore.

Vangelo secondo Matteo 12,1-8

In quel tempo, Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle.
Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato».
Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi: “Misericordia io voglio e non sacrifici”, non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato».

UNA LEGGE PER L’UOMO

Serviamo la legge o serviamo l’uomo? La legge è fatta per l’uomo. La stessa legge del riposo sabbatico è stata donata per garantire agli uomini la libertà di figli di Dio. In questo rapporto ritroviamo noi stessi, sganciandoci da ciò che tende a renderci schiavi: il possesso delle cose, il denaro, lo stesso lavoro; persino ogni tipo di legge che contraddice la vita. Chiediamo a Gesù che ci doni la sua libertà, non per diventare vittime dei nostri capricci, ma per rispondere ai nostri veri bisogni.

Vangelo secondo Matteo 11,28-30

In quel tempo, Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

IL GIOGO LEGGERO

Accogliamo l’invito di Gesù non per sfuggire la stanchezza e l’oppressione della vita, ma per portare ogni cosa con il sostegno della sua presenza e della grazia dello Spirito Santo. Il ‘giogo’ di Gesù è portato sempre in ‘tandem’, proprio come il giogo trascinato dai buoi: per questo diventa leggero. La compagnia di Gesù ci invade dal profondo del cuore, e si manifesta anche con l’amicizia di persone amiche che il Signore rende partecipi della nostra vita.

 

Stiamo a guardare con gioia il dono di Dio per questa giornata...

Vangelo secondo Matteo 11,25-27

In quel tempo, Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza.
Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».

I MISTERI DEL REGNO

Ci sono pagine di Vangelo che sono come il motivo ricorrente di un brano musicale: ne costituiscono il cuore e diventano il cuore della vita. Così queste parole del Vangelo di Matteo. Il Figlio Gesù che conosce il Padre e i suoi misteri, a chi potrà comunicare la grandezza della sua vita? A chi donerà la vera sapienza? Solo a chi ha il sentimento vivo della propria debolezza e del proprio bisogno. Chi è povero e libero, piccolo e desideroso può accogliere i misteri del Regno.

 

Vangelo secondo Matteo 11,20-24

In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite:
«Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi.
E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».

LA GRAZIA CHE PASSA

Sant’ Agostino diceva: “Temo il Signore che passa”. Se Il Signore viene da me, nella mia città e io non me ne accorgo e non vi corrispondo, che cosa perdo? Come potrò rifarmi? Ebbene, il Signore è passato e passa per l’Europa, per l’Italia, per i nostri paesi, per la nostra vita. Una storia, tante persone, tanti segnali della sua presenza. Ce ne possiamo ancora accorgere, possiamo volgere verso di lui lo sguardo, il cuore, l’attenzione: una ‘conversione’ che produce nuova vita.