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Lunedì 23 ottobre 2017, San Giovanni da Capestrano 1386-1456

Vangelo di Luca 12,13-21

In quel tempo uno della folla gli disse: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».

IL GRANAIO DELLA FELICITA’

Quali granai abbiamo da costruire per garantire la nostra felicità? Qual è la nostra casa ospitale, quale la nostra ricchezza? Gesù mette in parabola una situazione che abbiamo spesso sotto gli occhi: contese e litigi tra parenti e anche tra fratelli per un’eredità. Cupidigia che si trasforma anche in violenza, per avere e possedere. La felicità abita un’altra casa. Non dove si accumula per sé ma dove si arricchisce presso Dio: con l’amore a Lui e al prossimo, con la preghiera e la carità.