Vai al contenuto

Venerdì 26 gennaio 2018, Santi Timoteo e Tito, vescovi, primo secolo

Vangelo secondo Luca 10,1-9 (oppure Marco 4,26-34)

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».

LA SEMENTE CRESCE

La semente gettata dall'apostolo Paolo fiorisce nel corso della sua missione che percorre i paesi del Mediterraneo. La vediamo spuntare in due suoi discepoli, collaboratori del suo apostolato e depositari del suo Vangelo. Tito e Timoteo collegano il tempo della prima seminagione degli apostoli con il tempo della Chiesa che cresce come pianta rigogliosa nella storia. La potenza del seme del Vangelo è misteriosa: agisce di forza propria e nello stesso tempo richiede la dedizione del cuore e delle energie dei testimoni.