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Visita Pastorale in Cattedrale, 2-9 marzo 2018

Prima della VISITA….

Un bambino guarda sua madre e scopre di essere amato. Ciascuno di noi ritrova la propria identità attraverso il rapporto con altri che intrecciano la loro vita con la nostra. Generati dall’amore di un uomo e di una donna, incontriamo familiari e parenti, amici e insegnanti e una miriade di altre persone coinvolte in vario modo con noi. Si ridesta la coscienza che abbiamo di noi stessi, si definisce la nostra identità, si determina il carattere, si risvegliano doti e attrattive. Avvertiamo una compagnia che sostiene, sperimentiamo un’appartenenza che protegge.

Il giorno in cui ci accorgiamo di essere realmente incontrati da Cristo, scoppia una festa. Siamo di Gesù attraverso la Chiesa, compagnia di persone che credono, pregano, vivono. Una realtà che ci è entrata in cuore perfino attraverso il profumo dell’incenso che ci irritava le narici e ci divertiva negli anni ‘del chierichetto’. Troviamo una casa, abitiamo una regione umana nella quale scorre l’acqua del fiume Giordano rinnovata dal sangue di Cristo, punteggiata di feste e di occasioni che toccano la nostra vita fino a coincidere con noi stessi.
Il sentimento di appartenenza e la certezza del legame con Cristo giungono a noi attraverso tante  umane precarietà e debolezze, e si ridestano ad ogni avvenimento significativo: l’entrata in seminario, quando il ragazzino viene consegnato a un cammino educativo;  l’ordinazione sacerdotale che determina in modo definitivo l’identità e il compito della persona; incontri e svolte che rilanciando la voglia di vivere e di testimoniare. E chissà quante altre circostanze ciascuno può raccontare.

I passaggi della vita, i compiti, i luoghi nei quali hai abitato, le persone che hai incontrato sono parte di una storia più grande, nella quale Cristo diventa un fatto reale. Ti ritrovi dentro la grande storia della Chiesa, iniziata da Gesù, costruita sul fondamento della sua persona, della sua vita, del suo insegnamento. Una storia che ha cambiato la vita di milioni di uomini, donando dignità, amore, ideale. Una storia fatta di opere di carità, intelligenza, arte, bellezza, esperienze; intrecciata con limiti e peccati, eppure capace di rinnovare il cuore di tanti uomini e donne e di trasformare la faccia della terra.

Questa storia ci raggiunge con la Chiesa di oggi, il Papa di oggi, il Vescovo della diocesi, i sacerdoti, gli altri cristiani, le vicende, le fatiche, le gioie, le proposte, i contrasti, le possibilità.

Ti ritrovi in una splendida cattedrale, vivi in una comunità che cammina e che offre ospitalità a iniziative di bellezza e stupore. Ora un vescovo della Chiesa di Dio, Adriano, viene a incontrare la comunità in cui vivi e lavori, e porta con sé tutto il cammino che ci precede e la grazia che ci accompagna.

Don Angelo

 

Vangelo secondo Matteo 25,31-46

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.
Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”.
Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”.
E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

SALTO DI MENTALITA’

Uno dei suggerimenti che accompagnano la Quaresima è l’elemosina. Questo Vangelo allarga il cuore. L’elemosina non si fa solo con gli spiccioli che mettiamo in mano al povero, ma con lo sguardo, la vicinanza, il servizio, l’accoglienza. Che cosa ci muove? Non basta il sentimento della pietà verso il prossimo. Occorre uno sguardo più profondo, per riconoscere Gesù che ci guarda e ci chiama. Gesù che invita a servirlo nella persona che ci incontra con il proprio bisogno. Un salto di mentalità!!

Vangelo secondo Marco 1,12-15

In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

NON ABBANDONARCI ALLA TENTAZIONE

La tentazione è tentazione. L’evangelista Marco non la descrive nel dettaglio come invece Matteo e Luca. Ne offre le coordinate: il deserto con le bestie selvatiche, l’azione di Satana, il servizio degli angeli. Gesù, che non può venire tentato per fragilità e per l’inclinazione al male, viene assalito da un tentatore esterno. La tentazione è la presenza stessa del tentatore: Satana, alternativa a Dio, e sua controfaccia. Gesù, di fronte al bivio, è così profondamente unito al Padre da non avere dubbi sulla scelta da operare in quel momento e da vivere fino alla fine. Il Padre non lo lascia solo. Come diremo nella nuova formula del Padre nostro, il Padre non lo abbandona alla tentazione, ma lo sostiene con l’appoggio degli Angeli, che servono Gesù come servono Dio stesso. E le nostre tentazioni? Sono connaturate al nostro essere, incerto e fragile. Che cosa ci libera dal male? L’affidamento al Padre e la compagnia dei fratelli che, come gli angeli del cielo, servono Dio e gli uomini.

Vangelo secondo Luca 5,27-32

In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.
Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».

Il PRANZO DI MATTEO

Matteo fa le cose subito: lascia il banco delle imposte, segue Gesù e lo invita a pranzo. Che cosa ha attratto e convinto Matteo? Che cosa ha visto in Gesù? Quale festa gli è balzata in cuore? Gesù è venuto per i peccatori, perché si convertano. E chi si considera giusto e pensa di non avere bisogno della conversione? Rimane nella sua lontananza, nella sua tristezza. Possiamo dunque associarci alla festa di Matteo e dei suoi amici peccatori che si rialzano e seguono Gesù.

 

All'incontro del Vangelo della prima domenica vedremo Gesù tentato nel deserto. Stasera ore 21 Centro parrocchiale della Cattedrale
Vangelo secondo Matteo 9,14-15
 
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno».
 
PERCHE’ IL DIGIUNO
 
Dopo il digiuno nel Mercoledì delle Ceneri, riprendiamo l’astinenza dalle carni in questo Venerdì di Quaresima. Il tempo della Quaresima è vissuto dai cristiani con la preghiera, il digiuno, l’elemosina. Condividiamo la vita di Gesù, partecipando in qualche modo ai suoi quaranta giorni di deserto e alla sua Passione. Chi ama, imita. La condivisione con Gesù ha molti altri aspetti di ‘digiuno’, adeguati ai tempi: ci educano a desiderare Gesù con cuore libero e attento e a fare attenzione ai fratelli.

Abbiamo cominciato ieri la Quaresima con la grande celebrazione delle Ceneri: il cuore è più disposto alla gioia di seguire Gesù.

Vangelo secondo Luca 9,22-25

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?».

IL CAMMINO DELLA QUARESIMA

La liturgia della Quaresima dice subito lo scopo verso il quale tende Gesù e verso il quale egli ci sospinge: il mistero della Pasqua, con il rifiuto, il tradimento, la morte e la risurrezione. Siamo discepoli di un Maestro che offre tutta la sua vita; seguaci di un Pastore che ci chiama a seguirlo per realizzarci e salvarci. Questo si compie non solo nei giorni finali della Pasqua, ma nel cammino quotidiano, abbracciati alla lieta croce delle circostanze.

LA CENERE E LA PASQUA
Guardano con occhi sbigottiti la piccola cassetta nella quale sono state deposte le ceneri del loro caro: il nonno, il papà, o forse il figlio. Tutto è ridotto in polvere, invisibile dentro la lucida botticella che i parenti vengono a deporre nel loculo predisposto. Sta diventando buona consuetudine raccogliersi insieme con il sacerdote in cimitero o nella cappella della memoria per un saluto e una preghiera davanti all'urna delle ceneri. La cremazione incenerisce anche la possibilità che l'ultimo ricordo del defunto si riferisca all'immagine del suo corpo, quando la persona era in vita o quando appariva distesa sul letto di morte o in obitorio. Il corpo sepolto nella buca di terra nera in cimitero manteneva intatta la memoria dell'intera figura personale e suggeriva il paragone con il seme gettato e marcito, che poi fiorisce in una nuova pianta.
Questa anticipata e forzata dissoluzione del corpo pare allontanare e forse rimuovere l'immagine della risurrezione. Come se Dio avesse da fare più fatica nell'ultimo giorno per ricostituire il corpo risorto, quel Dio che ha fatto l'uomo a sua immagine e somiglianza dalla cenere della terra, quel Dio che ha creato il mondo dal nulla con la sua parola.
L'annuncio quaresimale "Tu sei polvere e in polvere ritornerai", che si ripete il Mercoledi delle ceneri e che continua a echeggiare in tutto il tempo della Quaresima, scorre rapido davanti agli occhi come la sabbia che scende nella clessidra. Come la sabbia nel vento del deserto.
Si avvia dunque un percorso, un passaggio che permette alla penitenza di diventare vita, alla mortificazione di produrre gioia, alla morte di aprire un varco alla risurrezione. Ogni frammento di vita è deposto nel cuore di Dio. Ogni minuto della giornata, ogni fiato che inumidisce l'aria del mattino, ogni goccia di sudore che bagna la terra apre a un nuovo cammino, introduce una nuova speranza. Come è accaduto nella vita di Gesù, che si muove deciso fino al compimento del giorno di Pasqua, le nostre mani si protendono al Cristo risorto insieme con la Maddalena nel giardino fiorito.
Guardando l’urna delle ceneri o ricevendole sul capo, percepiamo con un brivido di essere stati concepiti come un puntino invisibile custodito e cresciuto nel grembo materno e intravvediamo l’orizzonte infinito dove la polvere in cui ritorneremo - onorata di fede e preghiera - verrà esaltata nell’abbraccio della tenerezza del Dio Creatore e Signore del principio e del compimento della vita.

Oggi, Mercoledì delle Ceneri, inizia la Quaresima, strada verso la Pasqua di Gesù. Come Lui, iniziamo con il digiuno e la preghiera. Oggi vengono poste le ceneri sul capo.

In Cattedrale a Chioggia, alle ore 17 Celebrazione con i ragazzi e i genitori.              Alle ore 18 celebrazione della Messa con le Ceneri, con il Vescovo.

BUONA QUARESIMA!!

 

Vangelo secondo Matteo 6,1-6.16-18

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.
Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando pregate, non siate simili agli ipòcriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipòcriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».

PREGHIERA, ELEMOSINA, DIGIUNO

La Quaresima comincia con un invito preciso e deciso: preghiera, elemosina, digiuno. Nel Vangelo Gesù va dritto: egli sa di che cosa abbiamo bisogno. La verità di noi stessi emerge quando ci stacchiamo dalla confusione e dalla folla per entrare nel silenzio e nella preghiera, quando prendiamo le distanze dal cibo perché non diventi idolo, quando siamo disposti alla condivisione anche spicciola dell’elemosina. Preghiera, elemosina, digiuno: Papa Francesco li suggerisce per questa Quaresima. Li prendiamo sul serio.