Vangelo secondo Marco 6,30-34
In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.
Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
IL DISTACCO E IL RIPOSO
Non soltanto il clima dell'estate: anche Gesù ci invita al riposo e alla solitudine. Il distacco dalle cose fatte e da quelle da fare ci libera dal peso e dall'affanno, neanche fossimo i padroni del mondo o i conduttori della locomotiva della vita. A qualunque livello, l'efficientismo logora e sfianca. Papa Francesco parla addirittura della tentazione del pelagianesimo, quando si pensa di risolvere il dramma della vita attraverso l'impegno e l'attivismo (vedi Esortazione apostolica Gaudete et exsultate). Purtuttavia non bastano appena il riposo o la solitudine a salvarci. Non basta calmare gli impulsi e scendere nel profondo dell'anima. Invece, è lo stare in compagnia con Gesù, il quale appunto dice: 'Venite', volendo coinvolgerci nel suo rapporto con il Padre. Questa è la sorgente della novità e della bellezza, la scoperta dell'origine della vita e l'esperienza della comunione con Lui. Il Vangelo dice che poi Gesù e gli apostoli non riescono a sottrarsi alla folla. Nella compagnia di Gesù è ancora possibile reggere l'urto degli avvenimenti e la sorpresa delle persone.