Vai al contenuto

Sabato 17 novembre 2018  Santa Elisabetta d’Ungheria, 1207-1231

Vangelo secondo Luca   18,1-8  

In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

IL GIUDICE E LA VEDOVA

Gesù usa un paragone estremo per dichiarare la disponibilità di Dio a ‘fare giustizia ai suoi eletti’. Arriva a porre un confronto tra Dio e il giudice disonesto che, nonostante le sue resistenze, finisce con il corrispondere alle insistenze della vedova. In questo modo ci sospinge a perseverare nella fiducia e nella preghiera, fino a ‘importunare’ Dio. I salmi, l’antica preghiera che Dio stesso ha consegnato al suo popolo, offrono un esempio della libertà, della audacia e insistenza della preghiera rivolta a Dio.