Il mondo naviga in tutte le direzioni, e un senso di smarrimento pervade equipaggio e passeggeri. Nella grande crociera della vita non bastano i supermercati delle distrazioni, né i brevi attracchi in porti famosi che introducono alle città d’arte e alle postazioni del gioco. E’ il soggetto stesso, uomo e donna, a trovarsi disperso, un ‘io’ staccato dalla sua origine e trascinato verso una mèta che rimane ignota. Come Diogene nella piazza del mercato, girovaghiamo con la lampada accesa domandando chi è l’uomo, da dove viene e dove va, chi lo ama e chi gli fa compagnia. “Quando manca la luce, tutto diventa confuso, è impossibile distinguere il bene dal male»”. Scriveva così Papa Francesco nella sua prima enciclica Lumen fidei.
Eppure constatiamo che migliaia di giovani si muovono verso una mèta, come accade in questi giorni a Panama nella Giornata Mondiale della Gioventù. Papa Francesco diventa Maestro e testimone e indica il punto verso cui muoversi. C’è dunque ancora un ideale, una speranza da inseguire, una ragione per cui vivere e dare la vita. Lo vediamo emergere dai percorsi della storia nel volto dei santi: uomini e donne che si sono lasciati vincere da un punto di attrattiva, gli sono andati dietro e hanno allargato lo spazio dell’umano. Il calendario di fine gennaio presenta San Paolo convertito, San Francesco di Sales con una proposta che coinvolge il vivere quotidiano, San Giovanni Bosco che le inventa tutte con un cuore di padre verso ragazzini dispersi. La cronaca quotidiana racconta di preti e suore, famiglie e giovani che pregano, accolgono e ospitano e servono. Riemergono dal recente passato i santi della politica, come don Luigi Sturzo con il vangelo in mano e Alcide De Gasperi ricostruttore dell’Italia perduta: hanno aperto sentieri in un sottobosco di piante sane e robuste facendo rivivere l’umano dopo le tragedie della distruzione totale. Una ripresa che ci permette di camminare come nani sulle spalle di giganti. Con la vita dei santi la storia riprende ogni volta un giro virtuoso. Occorre dunque ‘contemplare ogni giorno il volto dei santi’. Fino ad accorgerci della santità usuale che ci circonda, di padri e madri e nonni e giovani che vivono con gusto, con pienezza e dedizione, con fede e carità; si ricostruisce un’umanità vera, un equilibrio che stabilisce avvenimenti e cose nella loro giusta proporzione, nella tensione a un bene più grande e più vero. Un istante di grazia ci viene donato ogni giorno, impregnato di misericordia e di umanità. Canta il poeta Eliot: ‘In luoghi abbandonati / Noi costruiremo con mattoni nuovi / Dove le travi son marcite / Costruiremo con nuovo legname / Dove parole non son pronunciate / Costruiremo con nuovo linguaggio / C’è un lavoro comune / Una Chiesa per tutti / E un impiego per ciascuno / Ognuno al suo lavoro’.
Mese: Gennaio 2019
GIORNATA DELLA MEMORIA Lettera al giornale diocesano NUOVA SCINTILLA
Caro Direttore,
“LA MEMORIA RENDE LIBERI”: uno degli slogan più efficaci apparso nella giornata della Memoria. Fa eco alla drammatica e irrisoria iscrizione sbandierata all'ingresso di Auchswitz,’il lavoro rende liberi’. La memoria dell'Olocausto.Shoah dovrebbe liberarci dalla tentazione di ripetere altre stragi. E’ una memoria che andrebbe dunque estesa a ogni tipo di sterminio e genocidio.
Sembra tuttavia che la grande macchina della memoria, che muove un numero sterminato di iniziative e viene amplificata dai media per intere giornate, rimanga inceppata rispetto ad altri genocidi, contemporanei o precedenti o seguenti la Shoah. Dove esiste qualche proposta di memoria per le vittime della rivoluzione russa del 1917 e delle stragi facenti capo a Lenin e a Stalin? Chi è disposto a ricordare i milioni di morti per la fame indotta da Stalin in Ucraina? Qualcosa di simile si può dire per il primo 'esemplare' di genocidio moderno, perpetrato sugli Armeni da parte dei Turchi. E le stragi della Cina di Mao, e la sistematica abolizione dell'uomo nella Cambogia di Pol Pot? Dimentichiamo a piè pari le violenze dei regimi coloniali in Africa.
Queste e altre sono memorie non liberate e non liberanti. Perché?
Dove va a nascondersi la coscienza umana e come arriva a giustificarsi?
Perché coloro che circondavano i capi e i generali non si sono ribellati? Perché non hanno bloccato leggi perverse? Come hanno potuto approvare e collaborare?
Nella nostra società persistono varie forme di 'abolizione dell'uomo'. Tre su tutte. La prima riguarda la mancanza di soccorsi e accoglienza verso chi lascia la propria terra e trasmigra. Tutta la storia è attraversata da migrazioni, raramente tranquille, spesso piene di razzie e violenze. Milioni di italiani hanno cercato l'oro dell'America e i pascoli dell'Australia; molte nazioni sono costituite da una varia mescolanza di colori della pelle. Se oggi provochiamo patimenti e morte con barriere, respingimenti, mancanze di soccorso, come potremo evitare che le generazioni future ci dicano: “Ma voi, dove eravate? Perché non vi siete opposti e non avete organizzato accoglienza, istruzione, integrazione?”
La seconda abolizione dell’uomo riguarda la diretta uccisione del bambino nel seno materno. Siamo ancora gente civile se questo precoce ‘genocidio’ ‘accade in modo sempre più usuale e scontato?
La terza si riferisce ai milioni di cristiani violentati, esiliati, uccisi nel mondo.
Non avremo dunque bisogno di venire liberati attraverso un altro tipo di memoria?
PREGHIERA DEI FEDELI Domenica 3 febbraio 2019 – IV del Tempo Ordinario, Ciclo C
Domenica 3 febbraio 2019 - IV del Tempo Ordinario, Ciclo C
GIORNATA PER LA VITA
Introduzione del celebrante
Rivolgiamo la nostra preghiera al Signore Gesù con l’umiltà dei discepoli e il desiderio dei figli.
1. Signore Gesù, tu sei in mezzo a noi con la Parola e il Pane di vita. Donaci la grazia di accoglierti e seguirti con cuore libero e desideroso,
Noi ti preghiamo: SIGNORE DELLA VITA, ASCOLTACI
2. Signore Gesù, ti affidiamo le persone consacrate a te nella verginità, nella carità e nella missione. La loro vita diventi segno della tua presenza e della tua salvezza. Donaci vocazioni sacerdotali e religiose,
Noi ti preghiamo: SIGNORE DELLA VITA, ASCOLTACI
3. Signore Gesù, ti affidiamo quanti detengono un potere, politico, economico, sociale. La tua grazia li sospinga a operare con vigilanza e onestà per il bene dei popoli e delle singole persone,
Noi ti preghiamo: SIGNORE DELLA VITA, ASCOLTACI
4. Signore Gesù, donaci la tua carità nell’accoglienza dei figli, nel rispetto dei piccoli, nella cura degli anziani e di ogni persona bisognosa. Insegnaci ad amare e a servire,
Noi ti preghiamo: SIGNORE DELLA VITA, ASCOLTACI
Conclusione del celebrante
Guarda o Signore la preghiera e la fiducia del popolo cristiano che si rivolge a te.
Spunto per l’omelia
Gesù non è solo un grande uomo. Egli è Dio tra noi, il Figlio di Dio Padre. Condivide i nostri bisogni ma non si piega ai nostri capricci. A volte lo sentiamo ‘diverso’, come lo hanno sentito diverso gli abitanti di Nazaret, e come sentiamo diversa la Chiesa che ci parla in suo nome. Eppure Gesù è la nostra vera salvezza. Mettiamo a sua disposizione la vita, imparando la sua carità, come dice la seconda lettura, seguendo l’esempio dei santi.
Giovedì 31 gennaio 2019 San Giovanni Bosco, 1815-1888 fondatore dei Salesiani
Vangelo secondo Marco 4,21-25
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro? Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!»
Diceva loro: «Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha».
LA LUCE DEI SANTI
Gesù è lampada, anzi, è il sole che illumina e riscalda. La Chiesa è la luna che lo riflette. I santi, lucerne nel cammino dell’umanità, fanno arrivare la sapienza e l’amore di Dio fino ai poveri, malati, prigionieri, peccatori, ad ogni uomo e ogni donna. Alcuni santi mostrano con maggiore evidenza l’abbraccio del Signore e la sua salvezza. Don Bosco ha aperto la strada del riscatto e della santità a tanti ragazzi, e il raggio della sua azione continua ad estendersi nel mondo.
Mercoledì 30 gennaio 2019 Sant’Alda, vergine e martire, Beata Maria Bolognesi, Rovigo 1924-1980
Vangelo secondo Marco 4,1-20
In quel tempo, Gesù cominciò di nuovo a insegnare lungo il mare. Si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli, salito su una barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva.
Insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro nel suo insegnamento: «Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto. Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno». E diceva: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
Quando poi furono da soli, quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli diceva loro: «A voi è stato dato il mistero del regno di Dio; per quelli che sono fuori invece tutto avviene in parabole, affinché guardino, sì, ma non vedano, ascoltino, sì, ma non comprendano, perché non si convertano e venga loro perdonato».
E disse loro: «Non capite questa parabola, e come potrete comprendere tutte le parabole? Il seminatore semina la Parola. Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la Parola, ma, quando l’ascoltano, subito viene Satana e porta via la Parola seminata in loro. Quelli seminati sul terreno sassoso sono coloro che, quando ascoltano la Parola, subito l’accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della Parola, subito vengono meno. Altri sono quelli seminati tra i rovi: questi sono coloro che hanno ascoltato la Parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e la seduzione della ricchezza e tutte le altre passioni, soffocano la Parola e questa rimane senza frutto. Altri ancora sono quelli seminati sul terreno buono: sono coloro che ascoltano la Parola, l’accolgono e portano frutto: il trenta, il sessanta, il cento per uno».
IL TERRENO E LA FIORITURA
Com’è il nostro terreno? Quanta semente vi è stata gettata? Fin da bambini, in famiglia, in parrocchia, nei mille incontri della vita. Oggi ancora, nelle occasioni di ogni giorno, attraverso fatti e persone. Soprattutto l’evidenza della Chiesa, con la testimonianza di Papa Francesco, la compagnia degli amici di fede e dei carismi che ci indirizzano e sostengono. Basterebbe una fioritura al trenta per cento, o almeno al due per cento. Chiediamo la grazia di un cuore accogliente e fruttuoso, per noi e per tutti.
Martedì 29 gennaio 2019, Santa Sabrina, vergine, m. in Gallia nel 288
Vangelo secondo Marco 3,31-35
In quel tempo, giunsero la madre di Gesù e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo.
Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano».
Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».
QUALE GESU’
Incontriamo per la prima volta nel Vangelo di Marco ‘la madre di Gesù’, insieme con ‘fratelli e sorelle’. Tutto il clan familiare accorre, provocato dal grosso movimento che si è creato attorno a Gesù. Poco prima, Marco notava che ‘i suoi’ erano andati a ‘trattenerlo’, dicendo che Gesù era ‘fuori di sé’. E dunque, ai familiari Gesù appariva incomprensibilmente strano. Anch’essi devono entrare in un nuovo rapporto con Gesù – facendo la volontà del Padre - per poterlo riconoscere nella sua vera identità.
Lunedì 28 gennaio 2019 San Tommaso d’Aquino, teologo dottore della Chiesa, 1225-1274
Vangelo secondo Marco 3,22-30
In quel tempo, gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni».
Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito.
Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa.
In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna».
Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro».
LO SPIRITO DI SAPIENZA
Andare contro l’evidenza delle cose per salvare le proprie idee: questo è proprio un peccato contro lo Spirito Santo. Gli scribi hanno di fronte Gesù che compie guarigioni e libera dai demoni le persone ‘possedute’, e lo accusano di vincere la partita con il favore del capo dei demoni! Dovranno invece riconoscere che Gesù ha il potere di legare satana, “l’uomo forte” che occupa la casa del mondo. Chiediamo dunque lo Spirito di sapienza e di semplicità vissuto da San Tommaso d’Aquino.
Preghiera dei fedeli
Domenica 27 gennaio 2019 - III del Tempo Ordinario, Ciclo C
Oggi a Panama termina il raduno della GMG
Introduzione del celebrante
Il Signore Gesù è in mezzo a noi come nella sinagoga di Nazaret e annuncia la sua missione di salvezza per il mondo. Ci affidiamo a Lui.
1. Signore Gesù, tu ci raduni in questa assemblea eucaristica; ti ringraziamo per coloro che annunciano e testimoniano il tuo Vangelo; donaci sacerdoti santi,
Noi ti preghiamo: SALVACI O SIGNORE
2. Signore Gesù, mentre si conclude a Pànama la Giornata Mondiale della Gioventù, ti affidiamo i giovani: la loro vita risplenda di vigore e di fiducia, confortati dalla parola e dalla testimonianza di Papa Francesco e di tanti fratelli,
Noi ti preghiamo: SALVACI O SIGNORE
3. Signore Gesù, donaci di ritrovare e vivere l’unità del tuo Corpo con tutti i cristiani del mondo, nella Chiesa cattolica e nella nostra comunità,
Noi ti preghiamo: SALVACI O SIGNORE
4. Signore Gesù ti affidiamo le persone colpite dalla malattia e dai drammi della vita; sostieni chi opera a favore dei lebbrosi,
Noi ti preghiamo: SALVACI O SIGNORE
Conclusione del celebrante
O Signore, poniamo davanti al tuo cuore e alla tua volontà le nostre preghiere, confidando nella tua misericordia. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
Spunto per la festa
Formidabile l’inizio del Vangelo di Luca e poi del ministero di Gesù a Nazaret. Gesù è presente e ci parla ogni domenica nella nostra comunità: ci parla nel Vangelo e si comunica a noi. In tutte le nostre giornate, questo è il punto a cui guardare e al quale affidarci, con il cuore degli ebrei che esultano per aver ritrovato il libro della Parola dopo l’esilio. Il Maestro, il Salvatore, la Parola viva ci accompagna e ammaestra.
27 gennaio 2019. Domenica Terza durante l’Anno C
Vangelo secondo Luca 1,1-4; 4,14-21
Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.
In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.
Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi
e proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
UN ANNO DI GRAZIA
Con un bellissimo attacco, Luca apre il suo Vangelo. Vuole raccontarci avvenimenti trasmessi da testimoni oculari e ci assicura: non abbiamo creduto a cose inventate o futili. Il suo Vangelo procede con un racconto ben documentato, attento a interlocutori che ormai vivono fuori dell’ambiente ebraico, e alle persone più bisognose e più disposte ad accogliere il salvatore: poveri, peccatori, donne, bambini, malati. Fedele a questo sguardo del cuore, Luca riferisce il ‘programma della missione’ ricavato dal profeta Isaia, che Gesù proclama nella sinagoga di Nazaret, il paesino dove aveva vissuto per circa trent’anni. Gesù non detta i regolamenti legali, liturgici o pastorali di una nuova religione, ma realizza l’iniziativa di Dio in favore dei poveri, dei prigionieri, dei ciechi, degli oppressi. E’ l’inizio de “l’anno di grazia del Signore”, che si attua con la presenza e l’azione di Gesù in mezzo al popolo. Qualunque sia la nostra condizione e in qualsivoglia necessità ci troviamo, possiamo ben riconoscere nel Signore Gesù un punto di accoglienza, di misericordia e di salvezza. Non è di questo che abbiamo bisogno, noi e il mondo?
Sabato 26 gennaio 2019 Santi Timoteo e Tito, discepoli di San Paolo
Vangelo secondo Luca 10,1-9
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».
LA RICCHEZZA DEL VANGELO
Insieme con i dodici e con Paolo, chiamato come ultimo apostolo, ecco altri settantadue designati e mandati. Dietro a loro, dai primi tempi fino al presente, Gesù chiama e manda tanti altri. Non siamo inviati ricchi di un nostro bagaglio personale, ma del dono che ci viene consegnato, fin dal Battesimo e dalla Cresima, come cristiani; con il sacramento dell’Ordine come sacerdoti e vescovi. Siamo chiamati a comunicare la vita e l’insegnamento di Cristo attraverso nostra personale esperienza.