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Giovedì 21 febbraio 2019 San Pier Damiani, vescovo di Ravenna e dottore della Chiesa 1007-1072

Vangelo secondo Marco 8,27-33

In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti».
Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.
Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».

RICONOSCERE CRISTO

Quella di Gesù non è un’indagine di opinione sul suo conto. E’ invece una domanda drammatica. Gesù viene, incontra, parla, perdona, salva, con immensa passione e dedizione. Attraverso di lui, Dio si comunica agli uomini, svelandosi con viscere di Padre, volto di Figlio, cuore di Spirito Santo. Egli è il Salvatore promesso, il Messia annunciato. Nello stesso tempo, Egli è infinitamente di più. L’ultimo atto dello svelamento percorrerà la via impensabile della morte e risurrezione. Solo un cuore semplice e una mente docile potranno riconoscerlo.