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Vangelo secondo Matteo 13,54-58

In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.

IL LAVORATORE DI NAZARET

Un paese qualunque, una casa qualunque, un artigiano qualunque: nella casa di Nazaret, nella bottega dell’artigiano Giuseppe, Gesù Figlio di Dio, diventa figlio d’uomo. ‘Si fa le ossa’ lavorando e sudando, incontrando parenti e gente di paese. Eppure la dignità della sua persona e la sapienza del suo cuore, superano ogni previsione. Entrando nel mondo e lavorando, Gesù introduce una nuova dimensione dell’essere, una nuova dignità della persona. Impara la realtà umana da Giuseppe, e la esalta al livello del Figlio di Dio.

Vangelo secondo Giovanni 3,7-15

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».
Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro di Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».

LA RISURREZIONE DEL BATTESIMO

Come la vita nuova del Signore Gesù risorto viene comunicata a noi? Attraverso una nuova nascita, che avviene nello Spirito Creatore inviato da Cristo stesso, Figlio dell’uomo disceso dal cielo e che nella risurrezione risale al cielo. E’ un richiamo al Battesimo, sorgente della vita nuova per chiunque si unisce nella fede al Signore Gesù, partecipando così al suo cammino di morte e risurrezione: attraverso il Battesimo, lo Spirito di Cristo ci comunica la vita nuova di Cristo risorto.

Vangelo secondo Giovanni 3,7-15


In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».

Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro di Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».

 

LA RISURREZIONE DEL BATTESIMO

 

Come la vita nuova del Signore Gesù risorto viene comunicata a noi? Attraverso una nuova nascita, che avviene nello Spirito Creatore inviato da Cristo stesso, Figlio dell’uomo disceso dal cielo e che nella risurrezione risale al cielo. E’ un richiamo al Battesimo, sorgente della vita nuova per chiunque si unisce nella fede al Signore Gesù, partecipando così al suo cammino di morte e risurrezione: attraverso il Battesimo, lo Spirito di Cristo ci comunica la vita nuova di Cristo risorto.

Vangelo secondo Matteo 11,25-30

In quel tempo, Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

L’INIZIATIVA DI CATERINA

Da dove viene la sapienza delle persone che ‘non hanno studiato’? Da dove viene la loro audacia? La vita fa incontrare persone che fanno intuire la grandezza di Santi come Caterina, ardenti di fede e amore, decisi nell’iniziativa di bene, aperti all’amicizia che sostiene il cammino della Chiesa. L’azione dello Spirito Santo, effuso dal Padre attraverso Cristo risorto, invade il cuore e crea una presenza efficace nella vita della Chiesa, come è stato per Santa Caterina, con le sue iniziative di parola, scritti, azioni.

Vangelo secondo Giovanni 20,19-31

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

TOMMASO e la FEDE

Nell’immaginario collettivo, l’apostolo Tommaso è il simbolo del dubbio e persino dell’incredulità, quasi bandiera che sventola sulle acque agitate della modernità. Dovremmo piuttosto cogliere in lui l’immagine della concretezza e della meraviglia, come svelano i suoi occhi curiosi e sbigottiti e le sue dita protese verso il costato di Cristo nel famoso dipinto di Caravaggio. Attraverso Tommaso possiamo riconoscere che la risurrezione di Gesù non è una fantasia nè un’invenzione di qualche apostolo visionario o dello slancio amoroso della Maddalena. Si tratta invece di un fatto reale, constatabile come il corpo che si vede e come le ferite che si toccano. Un fatto che apre la terra al cielo, e introduce all’infinito il cuore dell’uomo.

L’apostolo Tommaso riconosce nel modo più esplicito e determinato l’identità di Gesù: “Mio Signore e mio Dio”. La sua vicenda diventa un battistrada per quanti domandano una personale esperienza del Signore: il primo passo comincia con la fiducia accordata ai testimoni che hanno visto e udito. Da qui nasce la possibilità che altri – anche noi – incontriamo il Signore risorto e sperimentiamo la sua misericordia.

 

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DOPO GLI AUGURI di PASQUA

Quante strade percorrono gli auguri di Pasqua? La più breve conduce dall'altare a un lieto e rapido abbraccio con i fedeli giù dei gradini al termine della Veglia Pasquale. Le strade più intrigate e fantasiose percorrono tutte le fibre dei social. Solo qualche raro biglietto spunta nella mazzetta di giornali e riviste che il postino consegna qualche giorno prima di Pasqua. Occhieggiano sorridenti e malinconici alcuni messaggi che quasi si confondono con la pubblicità pasquale, luminosi di belle promesse fatte di pulcini, colombe, cioccolata, fiorellini e fantasie esotiche. La Pasqua si trasforma in una buona tazzina di caffè o nella sorpresa dell'uovo di cioccolato: tutto bello, simpatico e ...vuoto. Pare sia fuori moda e fuori contesto il riferimento a Gesù risorto e all'avvenimento della Pasqua cristiana: ben se ne guarda anche qualche fedele cristiano e non solo.

Ma la Pasqua di Gesù c’è! Dagli auguri di tutte le specie spunta bellissimo il quadro del Cristo che sorge imponente dal sepolcro in Piero della Francesca; si protendono con levità le mani della Maddalena verso Gesù nel dipinto di Giotto; si slanciano con desiderio le mani di un drappello di discepoli verso il braccio del Signore, scovate in una chiesa di Laggio di Cadore e riprodotte nel volantone degli auguri di Comunione e Liberazione. La Pasqua cristiana esce di Chiesa, percorre le strade della vita e illumina le pareti di casa. Cristo risorto è il punto da cui tutto ricomincia. Con Gesù anche i discepoli e le discepole risorgono dalla paura e dall'incertezza, e si mettono in cammino per le strade del mondo: "Andate e annunciate". Lo richiama uno scrittore francese che non si rassegnava al suo ateismo: Cristo, "almeno lui, ci è permesso ammirarlo e amarlo senza farci troppe domande sulla sua realtà. Se qualcuno ha lasciato una traccia sfolgorante nella mente e nel cuore degli uomini, è proprio Gesù Cristo" (D'Ormesson, Avvenire 21.4.2019). Gesù Cristo è venuto a toccare la nostra vita, a condividere la passione dei suoi fratelli nuovamente percossi e dilaniati dagli attentati proprio nel giorno della sua Pasqua, lanciati nella carità e commossi di misericordia ogni giorno della vita, feriti dai peccati e sanati dalla sua croce, risuscitati nella speranza e viventi per Dio e per i fratelli. Come sarebbe possibile vivere, sperare, generare figli e tirarli su con fiducia, se Cristo non ci prendesse per mano ogni mattina e non si accompagnasse con noi come con i discepoli che tonavano ad Emmaus delusi? Il suo volto brilla negli amici che credono, nei poveri che sperano, nei cristiani che patiscono persecuzione, nei fratelli e sorelle che gli donano la vita.

 

Vangelo secondo Marco 16,9-15

Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero.
Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro.
Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura».

FEDE e INCREDULITA’

L’ultima apparizione di Gesù, a conclusione del Vangelo di Marco, coincide con l’invio degli apostoli in missione fino ai confini del mondo. Prima, Marco ricorda l’apparizione di Gesù a Maria di Magdala e ai due in cammino verso Emmaus: sia l’una che gli altri non vengono creduti nemmeno dagli Undici. Eppure proprio gli Undici sono mandati ad annunciare Colui che ora vedono e ascoltano. La fede in Gesù si comunica attraverso la fiducia nei testimoni della risurrezione.

Vangelo secondo Giovanni 21,1-14

In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

IL RISORTO MANGIA CON NOI

Quante volte Gesù risorto mangia insieme con i suoi amici? Sulla riva del lago prepara anche un fuoco di brace e ci mette sopra il pesce che si è procurato e poi qualcuno dei centocinquantatre grossi pesci che la barca degli apostoli ha pescato. Questi ‘pranzi di risurrezione’ lanciano segnali per il futuro. Anche oggi Cristo ci invita: “Venite a mangiare”; anche oggi lo possiamo riconoscere nello ‘spezzare il pane’. Gli amici vicini e l’intera Chiesa preparano la tavola del nuovo banchetto. 

Domenica 28 aprile 2019 II di PASQUA, Ciclo C
DIVINA MISERICORDIA

Introduzione del celebrante
Riuniti in questa Chiesa come i primi cristiani al portico di Salomone, ci affidiamo a Gesù Risorto, vivo tra noi in questa Eucaristia con la Sua misericordia.

1. Signore Gesù risorto, tu ci mostri le tue piaghe gloriose nel sacramento del tuo corpo e sangue: donaci di riconoscerti come gli Apostoli nel cenacolo e di accogliere l’abbraccio della tua Divina Misericordia,
Noi ti preghiamo:
SIGNORE, DIO DI MISERICORDIA, ASCOLTACI

2. Signore Gesù ti affidiamo i nostri pastori e le nostre comunità. Donaci la certezza della fede per poterti annunciare e testimoniare,
Noi ti preghiamo:
SIGNORE, DIO DI MISERICORDIA, ASCOLTACI

3. Signore Gesù, converti il cuore degli uomini per camminare sulla via della verità e della pace. Libera le comunità cristiane dalla minaccia di violenze. Ti affidiamo le vittime degli attentati in Sri Lanka
Noi ti preghiamo:
SIGNORE, DIO DI MISERICORDIA, ASCOLTACI

4. Signore Gesù, che ci convochi nel giorno della risurrezione, dona alle famiglie cristiane di vivere insieme la gioia della domenica. Noi ti preghiamo:
SIGNORE, DIO DI MISERICORDIA, ASCOLTACI

Conclusione del celebrante
O Dio Padre, giunga a te la nostra preghiera, mentre confidiamo nella tua misericordia. Per il nostro Signore Gesù Cristo risorto, che vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.

Spunto della domenica
Gli apostoli riconoscono il Signore: la fede nasce da un fatto guardato e accolto. La fede nasce dalla testimonianza di quello che abbiamo visto e udito, come gli Apostoli verso Tommaso. Occorre aprire il cuore alla grazia che accade. E’ una grazia presente, che si manifesta oggi nella Parola, nella comunità riunita, nel pane condiviso. Accogliamo e proclamiamo la testimonianza che ci fa vivere. Accogliamo la testimonianza dei martiri della fede.