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Mercoledì 22 maggio 2019 – Santa Rita da Cascia 1381-1447

Vangelo secondo Giovanni 15,1-8

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

RIMANERE

Bellissimo l’invito di Gesù e bellissima l’immagine che lo descrive. Che cosa c’è di più bello del ‘rimanere’? Un rapporto vivo, un amore stabile, una vocazione sicura. Non la fissità di un sasso, ma la crescita di una pianta, che porta frutto per sé e per gli altri. Non la rigidità della coerenza con se stessi, ma la fedeltà a una relazione viva, a un amore donato, che rigenera e cresce manifestandosi al mondo. Santa Rita ne è una testimone.