LE BELLE NOTIZIE
Un fatto in controtendenza rispetto al calo di tiratura della maggior parte di giornali e riviste in Italia: un quotidiano è in crescita. Lo nota il presidente della Federazione della stampa nazionale al Festival della Comunicazione in corso a Chioggia. Nei flussi di lamentele, denunce e corruzioni, delitti e scandali, fake news e indagini senza fine, proteste gridate e piazze arrabbiate, in estensione come un mare di plastica, la navicella che viaggia a rovescio imbarca nuovi passeggeri.
Avvenire, il quotidiano citato, non è un fenomeno isolato. Si fanno leggere e apprezzare anche riviste e pubblicazioni che non marciano nell’orrido e nel torbido, non indugiano nella denuncia e nella protesta, ma vanno a scovare il germoglio di vita che spunta in ambiente politico, nell’impresa sanitaria, nel quartiere considerato depravato, nella chiesa indebolita. Quanto più intenso ed esteso è il buio, tanto più si nota anche un piccolo barlume. Ma non si tratta solo di fiammelle. Lo rileva il Presidente della Repubblica in un’intervista tutta da leggere di Andrea Tornielli e Andrea Monda. Il suo incarico gli offre una postazione privilegiata per osservare e incontrare. In giro per l’Italia o nella sede del Quirinale, il Presidente Mattarella si imbatte in un numero senza fine di persone, comunità e gruppi ingegnosi, industriosi, propositivi. Quando viaggia all’estero, riscontra una stima e un’ammirazione per l’Italia, ben superiore a quella che gli italiani stessi sanno manifestare.
Di fatto, basta guardarsi attorno nel piccolo cerchio della vita quotidiana. Passi all’ospedale e vedi la bancherella di beneficenza predisposta da mani e cuori volonterosi, entri in chiesa e vedi alcune persone sistemare i fiori, vai in strada e s’apre il saluto a destra e a sinistra. Ricevi facilmente un passaggio in macchina, un favore estemporaneo, un turno di pazienza; incroci nuove iniziative di lavoro e di carità che superano la crisi.
Un tempo si diceva che la notizia cattiva schiaccia quella buona e fa vendere. Forse iniziamo a stufarci e cambiamo canale, e ci accorgiamo che anche in tv, nei programmi più imprevedibili, spuntano striscioni di fatti positivi. Le buone notizie sono anche belle, come annuncia il titolo del Festival della comunicazione. In questo tempo di Pasqua, siamo richiamati a guardare gli apostoli dopo la risurrezione, a riconoscerci come creature fatte nuove nel Battesimo, a crescere con il pane dell’Eucaristia nella famiglia della Chiesa nella quale abitiamo. Uomini nuovi anche quando nessuno ci conosce o ci riconosce, quando siamo perseguitati, quando semplicemente viviamo, amiamo, incontriamo, preghiamo, mangiamo, riposiamo, lavoriamo, accogliamo. L’iniziativa di Dio ci sorprende come un agguato, e il mondo nuovo dei figli della risurrezione sfida ogni giorno il nostro limite e la miseria che ci circonda.