Vai al contenuto

Giovedì 27 giugno 201 San Cirillo d’Alessandria, Vescovo e dottore della Chiesa 370-444

Vangelo secondo Matteo 7,21-29

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.

L’ASCOLTO CHE EDIFICA

E’ bello ascoltare il Signore nel lungo discorso della montagna che giunge al termine tra lo stupore delle folle. La sua parola non può trovare in noi un riscontro superficiale. Gesù parla con autorità, vale a dire comunica il vero con determinazione. Non possiamo limitarci all’ammirazione di chi dice ‘Signore, Signore’ e ripete in giro le sue parole. L’ascolto del Signore deve edificarci nella pratica della vita come una casa dalle salde fondamenta, che reggono l’edificio in tutte le circostanze e le avversità.