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Giovedì 23 gennaio 2020 Sant’Ildefonso da Toledo, vescovo, 607-667

Vangelo secondo Marco, 3,7-12

In quel tempo, Gesù, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidòne, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui.
Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo.
Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.

SULLA BARCA

La folla risponde al desiderio del cuore e al bisogno di vita e continua a seguire Gesù, muovendosi dal circondario e oltre. Salendo in barca, Gesù si trova di fronte a un anfiteatro di gente che lo ascolta. E’ strano che il primo riconoscimento della sua identità venga dagli ‘spiriti impuri’. Anche chi gli si oppone può riconoscere Gesù, così come si riconosce un fatto. La fede fa il passo ulteriore dell’accoglienza e della sequela, che fanno salva la vita.