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Mercoledì 12 febbraio 2020, San Benedetto d’Aniane, abate 750-821

Vangelo secondo Marco 7,14-23

In quel tempo, Gesù, chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro».
Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti.
E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».

I BUONI ‘NUTRIMENTI’

Le cose che vengono da fuori di noi, per se stesse, non sono né buone né cattive: dipende dall’uso che ne facciamo. Vale per tutto - piante, animali, oggetti - e in particolare per i cibi che mangiamo. Il cuore dell’uomo, invece, l’intenzione e la volontà possono usare bene o male di ogni cosa. Badiamo dunque non soltanto a quello che mangiamo e beviamo, ma soprattutto a quello che mettiamo nel cuore e nella mente, per poterci nutrire di verità e carità.