Lunedì 30 marzo 2020 San Leonardo Murialdo, sacerdote, Torino 1820-1900
Vangelo secondo Giovanni 8,1-11
In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adultèrio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adultèrio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.
Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».
SI CHINA SU DI NOI
Di fronte a Gesù che si china a scrivere per terra e si alza a salvare la donna peccatrice, salta agli occhi l’immagine di Papa Francesco che si avvicina al Crocifisso e lo bacia in piazza San Pietro, domandando e accogliendo misericordia. Di che abbiamo bisogno per vivere, se non dell’abbraccio di misericordia, dello sguardo di redenzione, della parola di salvezza? Ogni giorno le pagine del Vangelo, con Gesù che incontra, si china e ci salva, vibrano nell’opera di chi pratica carità e misericordia.