Vangelo secondo Matteo 6,13-20
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.
CHI DITE CHE IO SIA?
Ricordiamo il primo momento in cui la domanda di Gesù agli apostoli ci è brillata davanti agli occhi e al cuore? Allora abbiamo percepito Cristo vivo, presente e decisivo per la nostra esistenza: così abbiamo cominciato ad essere cristiani. Questo momento è fiorito nel tempo intrecciandosi con tutte le vicende della vita, nelle quali abbiamo riconosciuto la presenza del Signore. Questa è la grazia che viene dal Padre. Nello stesso tempo, è provvidenziale la testimonianza di tanti fratelli, garantiti nella fede dea successore di Pietro, che per primo disse: “Tu sei il Cristo, figlio del Dio vivo”.