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Un Testimone privilegiato

UN PRETE CON I MALATI DI CORONAVIRUS

Un prete in corsia nelle settimane più drammatiche del coronavirus. Non è un normale cappellano di ospedale. Ha lasciato in sospeso gli studi e l’insegnamento di scienze bibliche all’Università San Damaso di Madrid e ha dato la sua disponibilità al vescovo. Dapprima avrebbe dovuto collaborare con una squadra di guardia notturna al telefono. Mercoledì 1 aprile gli viene chiesto di sostituire l’anziano cappellano dell’ospedale San Francisco de Asis. Comincia l’avventura che si protrae per cinque settimane di fuoco. Deve vivere isolato dai sacerdoti con cui abita e ogni giorno, bardato come un palombaro, entra in ospedale pronto a ‘dare la vita per l’opera di un Altro’. Dopo aver studiato e commentato il libro di Giobbe, su cui aveva curato una visitatissima mostra per il Meeting di Rimini del 2018, incontra ora Giobbe sofferente nei padiglioni del coranavirus: si chiama Rocio, Eusebio, Antonio, Mariano, Florentino, Fernando, Sara, Justa, Rosa… e anche i due sacerdoti malati, uno di origine italiana. Incontra medici e infermieri. Percorre un tratto di settimana santa, la Pasqua e il tempo pasquale fermandosi nella stanza di chi lo ha fatto chiamare o di chi incontra casualmente. Entra e guarda. La realtà lo ferisce e lui si lascia ferire. Il mistero del dolore, dell’abbandono, della morte lo avvolge e lo sospinge a un dialogo con se stesso, con gli altri e con Dio. Irrompono le domande sul senso della vita, sul valore delle persone e delle cose. La sua persona si specchia sui due sacerdoti che soffrono – uno di loro muore, mentre l’altro guarisce. E’ l’imprevisto, l’imponderabile, il non misurabile. La realtà con la quale si imbatte giorno dopo giorno lo fa più religioso, cioè lo pone costantemente di fronte a un Altro.

Ecco dunque questo diario, un racconto serrato come se noi percorressimo col protagonista i corridoi dell’ospedale ed entrassimo con lui nelle stanze. La potenza di una scrittura limpida e sincera ci pone di fronte ai fatti. Se ne esce meno padroni della realtà, più affidati al Mistero di Dio che ci accompagna in vita e in morte. Riscopriamo il valore della carità, del sacramento dell’unzione e della confessione, o semplicemente di una compagnia gratuita accanto a chi soffre. Il nostro amico prete, dopo cinque settimane, è tornato a Giobbe e ai suoi studi biblici. Si considera un ‘testimone privilegiato’: Dio gli si è presentato più vicino e partecipe al destino dell’uomo.

Ignacio Carbajosa, Tesstimone privilegiato, Diario di un sacerdote in un ospedale COVID, Ed Itaca, Castel Bolognese 2020, pp 128 € 12,00

Angelo Busetto