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Tempi nostri

SALUTE E SALVEZZA

“Gente del mio tempo, chi ti ha convinta che quando c’è la salute c’è tutto, se per l’ossessione di custodire la salute ti privi di tutto?” L’incipit dell’omelia di Epifania di un vescovo mi fa sobbalzare. Non bastano dunque i luoghi comuni immancabilmente ripetuti, a salvarci la vita. Incalza il nostro: “Chi ti ha persuasa che la generosità sia un azzardo, che la compassione una debolezza, l’amore sia un pericolo, la promessa che si impegna per sempre una imprudenza? Gente del mio tempo perché te ne stai a testa bassa a compiangere la tua situazione?”

Che cosa dunque ci fa rialzare la testa; che cosa, oltre la salute, ci è necessario per tornare a vivere? Vedo le chiese ancora ridestarsi col canto, ancora le famiglie raccontano storie di una fede gioiosa. A Natale, arrivano foto di fratellini che in casa impersonano il presepio vivente, con l'aggiunta dei pupazzi a rappresentare il bue e l'asinello. Il pianto per la perdita di una persona cara incontra la consolazione di una grande memoria di fede e di carità. Dallo schermo della tv appare la figura della vispa ragazzina che alla schiera di amici in pianto per la morte di Filippo Neri grida: "Filippo è vivo. Filippo è vivo: in Paradiso!", e corre per scale e cortili coinvolgendo tutti a cantare: "Preferisco il paradiso".

Non s’è interrotto il fiume di carità che dona lavoro e tempo libero, cibo e denaro, a persone vicine e persone sconosciute. Grazia più grande è guardare e amare, essere guardati e amati senza condizioni, come si scopre in testimonianze di accoglienza e adozione, e come affiora nei racconti di insegnanti, cappellani degli ospedali e delle carceri, e di missionari che diffondono la medicina della fede. Negli intrecci parentali e per le vie virtuali fiorisce la grazia dell’amicizia, dell’attenzione e della cura gli uni verso gli altri, e nella comunità cristiana la preghiera si allarga ad accompagnare e coinvolgere vicini e lontani. Il senso della vita si apre a un orizzonte che supera la chiusura dell’egoismo e della solitudine.

Stiamo imparando cose che credevamo di sapere. Le vicende di ogni giornata scorrono di fronte a Gesù. Nella piccola comunità convocata il flusso della parola che attualizza i fatti della sua vita, l'offerta del pane e del vino che ripresenta il suo sacrificio e la sua resurrezione, consolano e correggono. "Che cos'è l'uomo perché te ne curi?" domanda il salmo. Dio è all'opera dentro le nostre fatiche e tragedie, e continua a far germogliare nuove piante dal seme che muore. Il Signore della vita ci guarda come perla preziosa, campo del suo tesoro. Ci guarda e ci salva.