Vai al contenuto

Sabato 13 marzo 2021 – San Sabino, martire in Egitto nel 287; Santa Cristina, martire in Persia nel 559

Vangelo di Luca 18,9-14

In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».

GIUSTI E SUPERBI?

Ci teniamo ad essere giusti, onesti, corretti, per presentarci a Dio con le mani pulite. A Dio non resterebbe altro che dirci: “Bravo!”. Gesù ci insegna a riconoscere non solo i nostri limiti e peccati, ma anche la superbia che ci rende giusti ai nostri occhi ma ci fa disprezzare gli altri. Egli ci libera da ogni pretesa e ogni presunzione. La liturgia della Messa lo insegna: comincia con la domanda di perdono e prima della comunione insiste: “Non sono degno”.