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Mercoledì 2 Giugno 2021 Santi Marcellino e Pietro, martiri, Roma Via Casilina † 304

Vangelo secondo Marco 12,18-27

In quel tempo, vennero da Gesù alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e lo interrogavano dicendo: «Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che, se muore il fratello di qualcuno e lascia la moglie senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. C’erano sette fratelli: il primo prese moglie, morì e non lasciò discendenza. Allora la prese il secondo e morì senza lasciare discendenza; e il terzo egualmente, e nessuno dei sette lasciò discendenza. Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna. Alla risurrezione, quando risorgeranno, di quale di loro sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Rispose loro Gesù: «Non è forse per questo che siete in errore, perché non conoscete le Scritture né la potenza di Dio? Quando risorgeranno dai morti, infatti, non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli. Riguardo al fatto che i morti risorgono, non avete letto nel libro di Mosè, nel racconto del roveto, come Dio gli parlò dicendo: “Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe”? Non è Dio dei morti, ma dei viventi! Voi siete in grave errore».

UN AMORE PIU’ GRANDE

Siamo fatti per un amore più grande, al quale nemmeno un amore inteso e continuo di questa terra, come l’amore dei coniugi, può essere paragonato. Siamo fatti per un amore che non muore, perché noi stessi – pur attraversando la morte – non moriamo. La nostra vita ci mette in faccia e Dio, e il nostro destino si compie alla fine nell’immersione dentro il mare del suo amore infinito: lì dove potrà essere finalmente colmata l’esigenza di amore che ci lascia inquieti.