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Martedì 27 luglio 2021, San Celestino I papa, contemporaneo al Concilio di Efeso 431

Vangelo secondo Matteo 13,36-43

In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo».
Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!».

IL BENE E IL MALE

In buona coincidenza con la stagione dei campi già fioriti e maturi, i giorni liturgici ci consegnano le parabole di Gesù sulle sementi, sui terreni e sull’opera dell’uomo. Qui veniamo gratificati anche della spiegazione che Gesù fa della parabola, in modo semplice e puntuale, chiamando ogni cosa con il suo nome.  Veniamo proiettati al nostro ultimo ‘destino’, cioè alla destinazione finale, chiaramente determinata come dannazione o salvezza. Con una prospettiva così, è più facile orientare le scelte della vita.