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Martedì 23 novembre 2021, San Colombano, abate Irlanda, 530 – Bobbio, Piacenza, 615

Vangelo secondo Luca 21,5-11

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.

DENTRO E OLTRE LA STORIA

Nel corso della storia, quanti sono venuti ad annunciare la fine del mondo, o almeno un particolare cataclisma che avrebbe sconvolto l’umanità? Aldilà dell’annuncio apocalittico, quanti vengono a proporsi come salvatori e liberatori? Con rivoluzioni che avrebbero dovuto cambiare la faccia della terra, o almeno un suo quadratino, e che si sono risolte in una tragedia o in un bluff. Il nostro presente e il nostro futuro, pur nell’imperversare di drammi e minacce, sono attraversati dalla presenza salvatrice di Cristo Re.