Ricordarlo in prima fila sul banco nel corso di cristologia, e poi vederlo nel seggio vescovile della cattedrale della tua diocesi, è un bel salto, un bel colpo di emozione. Lo ricordi – sia pure nella nebbia del tempo che scolora le immagini – attento, diligente, intelligente. Non mancava qualche suo acuto intervento. Qualche settimana fa, In un dialogo estemporaneo, lui ricordava il volto massimo - 30 e lode – ricevuto all’esame e aggiungeva un particolare curioso: l’insegnante, avendo dato un’occhiata agli appunti ordinati e chiari che il giovane aveva tra mano, gli chiese: “Me ne lasci una copia?”.
Ora il Maestro è Lui. Dopo aver tanto parlato di Cristo nell’antico corso del quarto anno di teologia del seminario di Padova – con il contorno di qualche spunto sulla Chiesa che viveva nel mondo e sulla piccola chiesa in muratura che cominciava a sorgere alla periferia di Chioggia – mi farò ora discepolo dell’antico alunno divenuto Maestro e Padre con il sacramento dell’episcopato e con la sua ormai lunga esperienza di vita di fede. Insieme ci faremo alunni e discepoli dell’unico Maestro di vita.
Don Angelo Busetto