Maria, colei che è tutta Speranza
ICONA: MADONNA della TENEREZZA di Kiev
Ci sono dei giorni in cui i patroni e i santi non bastano.
I più grandi patroni e i più grandi santi.
I patroni ordinari, i santi ordinari.
E in cui bisogna salire, salire ancora, salire sempre;
sempre più in alto, e andare e andare.
Fino all’ultima santità, l’ultima purezza,
l’ultima bellezza, il patronato ultimo.
Allora bisogna prendere il coraggio a due mani.
E rivolgersi direttamente a colei
che è al di sopra di tutto.
Essere arditi. Una volta.
Rivolgersi arditamente a colei
che è infinitamente bella.
Perché è anche infinitamente buona.
A colei che intercede.
La sola che possa parlare con l’autorità di una madre.
A colei che è tutta Fede e tutta Carità.
Perché è anche tutta Speranza.
A colei che è infinitamente celeste:
Perché è anche infinitamente tra di noi.
A colei che è la madre e la regina degli angeli.
Perché è anche la madre e la regina degli uomini.
A tutte le creature manca qualcosa,
e non soltanto di non essere Creatore.
A quelle che sono carnali, lo sappiamo,
manca di essere pure.
Ma a quelle che sono pure, bisogna saperlo,
manca d’essere carnali.
Una sola è pura essendo carnale.
Una sola è carnale insieme essendo pura.
E’ per questo che la santa vergine
non è solo la più grande benedizione
che sia caduta sulla terra.
Ma la più grande benedizione stessa
che sia scesa in tutta la creazione.
Lei non è solo la prima fra tutte le donne.
Benedetta fra tutte le donne,
lei non è solo la prima fra tutte le creature,
lei è una creatura unica, infinitamente unica,
infinitamente rara.
Péguy, Madame Gervaise, Quaderno per la festa di Ognissanti