Santa Messa di commiato:
12 aprile 2022. Chiesa Madonna della Navicella, Sottomarina
Letture: Rom 14, 7-12; Salmi resp. 114 e 115; Gv, 15, 1-2; 5;9-17
Dimmi, Sauro, cosa è stato per te, dopo questo tuo dolore continuo, lancinante, il tuo arrivo in Paradiso? Cosa è per te dopo questo amore per Rita e di Rita, dopo questo strappo dal grembo dell'amore e della vita, il tuo incontro con il Padre nostro che sta nei cieli? Cosa è per te, dopo il tuo grido come il grido di Gesù in croce al Padre, il tuo andare con Gesù in Paradiso? Cosa è per te il vento e il mare dello Spirito Santo, dopo i tuoi percorsi con la barca in mare, dopo la pesca con gli amici? Cosa è ora per te la visione della comunione dei santi, della larga schiera di amici – quanti amici, quante famiglie amiche - che ti abbraccia in paradiso?
Da questa postazione, più alta delle montagne che percorrevi, e dalla quale vedi Rita, i figli Francesco e Stefano, le nipoti, tutti questi amici, i tuoi compagni di viaggio, i tanti che sono stati tuoi alunni, i bambini con i quali giocavi insieme con i tuoi figli quand’erano piccoli e inventavi per loro storie, o adesso con le tue nipoti. Cos’è questo ingresso in paradiso? Quanto ancora di più c’è ora per la tua vita di amico, sposo, padre, insegnante, navigatore, camminatore, persona discreta, disponibile, uomo sincero e generoso? Quanto ancora più grande, più bello è il Paradiso dell’abbraccio del Padre, il volto del Figlio, l’amore dello Spirito Santo, il sorriso di Maria la Madre del Signore, dei Santi, i colori della comunione fraterna, dell’amore alle persone, che tu hai vissuto tra noi?
Sauro ci apre alla speranza. Di lui possiamo parlare soltanto mostrando la vita, raccontando cose, fatti, presenza. Ecco il cristianesimo: cose, fatti, persone. Una vita illuminata e sostenuta dalla presenza di Cristo, sollevata e accompagnata dalla Grazia di un carisma - quel don Luigi Giussani maestro di fede e di carità per tanti di noi - che ci ha fatto incontrare Cristo vivo, Cristo presente, nella laguna, nel mare, nei monti, negli esperimenti fisici, ma soprattutto nelle persone, tante persone diventate amiche, in chi ha bisogno, vicini o lontani, fossero i monaci di Norcia che dovevano riedificare il loro monastero dopo il terremoto, fosse il vicino di casa, fosse l’amico di una volta, fosse uno straniero. Qualcuno ha definito Sauro un ‘amico ecumenico’. Una condivisione vissuta, esercitata, rinnovata, una testimonianza serena e lieta. Chi stava con lui, in un viaggio, in una gita, in un pezzo di vita, stava sicuro, aveva la certezza di essere in buona compagnia, un buon camminatore, un buon navigatore. Per molti di noi, un’amicizia lunga cinquant’anni e più.
Gesù per te, una presenza, un’esperienza, ricercata e domandata nella Chiesa, in una preghiera seria, vera, metodica; una vita irrorata di preghiera come la rugiada del mattino in montagna, nell’esercizio concreto dei sacramenti, l’Eucaristia e la confessione, reali come la vita. Fino a questi ultimi tempi, dolorosissimi e intensissimi, nei quali è stata preziosa, salda e fedele la presenza di Rita e accanto a lei gli amici carissimi.
Racconta Rita:
Spesso vedevo in lui Giobbe, che non perde la fede anche nelle avversità: circa due anni e mezzo fa il primo tumore e la prima serie di chemioterapie e poi il fuoco di sant'Antonio, subito il secondo tumore che due operazioni, un'altra serie di chemioterapia e 33 radioterapie devastanti sembravano aver sconfitto, quindi un'infezione alla gamba con febbre altissima, infine il tumore che si ripresenta e gli scava l'orecchio e ancora chemioterapie che lo spossano e un dolore continuo che lo tormenta e ancora febbre che gli toglie le forze; in mezzo a tutto questo visite, esami, tac, pet, risonanze magnetiche, ma, come Giobbe, sempre saldo nella fede, talvolta soffrendo per la paura di perderla. Nei momenti più duri la domanda "Signore dove sei? Ascolta le mie preghiere." E il Signore si è fatto vedere, ha avuto pietà e l'ha voluto con sé dove ogni dolore e ogni sofferenza svaniscono ed è solo gioia eterna.
“Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede” 2 Tim 4,6-7) Fino all’ultimo gesto che Sauro ci propone: chi vorrà condividere la sua carità potrà dare un aiuto alla Fraternità Missionaria dei sacerdoti e delle suore di San Carlo; lo potrà fare all’uscita di Chiesa dopo Messa. Questa vita, questa grazia, è accaduta anche a noi. Abbiamo visto e udito un uomo, un amico. Abbiamo incontrato un cristiano. E ne siamo certi: con un amico così, non si va solo per mari e monti, o per mille lavoretti.
Con un amico così si va in Paradiso.