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Una Settimana Santa, davvero!

Ci sono Settimane Sante che segnano per sempre la tua vita, come quando eri ragazzo e percepivi nell’aria fresca e tenera del mattino di Pasqua che era accaduto qualcosa che avevi a lungo aspettato, anche se non sapevi spiegarlo. Mi ritornerà alla mente da giovane uomo quel clima nella settimana del Triduo vissuto con torme di ragazzi delle Superiori che ti portavi appresso perché accadesse anche per loro quanto avevi intuito quando papà ti portava nel buio della notte a quel fuoco nuovo che accendeva il cuore, nel Duomo oscurato che rimbombava del grido Lumen Christi!
Ma non mi sarei mai aspettato, a settant’anni suonati, di dover ritornare su quel crinale, con quello stupore scolpito nel volto che abbiamo imparato nel dipinto amatissimo di Eugène Burnand:

i due camminano verso il sepolcro il mattino di Pasqua, forse corrono, lo si intuisce dai capelli controvento, e sono Giovanni il giovane discepolo che Gesù amava e Pietro, fresco di rinnegamento…Una notizia scuote la nostra Settimana Santa:   è morta          Wilma Menetto. Siamo confortati lunedì, nella chiesa di San Martino ritornata piena, da una balsamica omelia di Padre Cesare che ci legge un brano del Vangelo mai avvertito così prossimo, così avvolgente e familiare. Ci porta in quella casa di Betania ove avviene uno degli episodi più profumati del vangelo.
‘E quel profumo di nardo d’incanto riempie del suo aroma tutta la casa. E’ il profumo dell’amore; quello vero, genuino, bello, vivo, fatto di tanti gesti concreti e quotidiani che anche la nostra Wilma con cuore grande e gioioso ha donato per tutta la vita, fino al suo ultimo giorno…’
Non conosco il profumo del nardo, lo cercherò nei giorni a venire ma ora so che esiste, so che siamo chiamati a profonderlo, senza timore di spreco nelle nostre taverne Betania, come quella dei Menetto per cui sono passate torme dii ragazzi affaticati, che lì trovavano riposo. Uno di questi, Damiano, ha procrastinato la sua partenza per la Polonia dove va in missione umanitaria a raccattare la vita di qualche famiglia ucraina in fuga dall’inferno. Ed è lì con la moglie Ornella e con gli occhi lucidi
‘Pur piegata nel corpo in questi ultimi tempi, con il suo carattere forte e deciso mai ha voluto mancare alla Messa domenicale a Madonna di Lourdes. Io lì nel suo posto ancora la colgo presente in questi giorni …E’ partita in punta di piedi, obbediente al Signore che le ha anticipato la Pasqua senza che percorresse l’ardua ultima salita del Monte della Croce. Quanto profumo sparso, quanto amore sincero e gratuito, quanta fragranza ha riempito i nostri cuori e le nostre vite … incrociando la sua.’
In cimitero tra i molti che cantano e piangono c’è Monica, una che è stata recuperata da lei, la donna della seconda possibilità, e vuole assolutamente aiutare uno dei ragazzi di Opera Baldo perché continui la presenza di Wilma. Addirittura esce un attimo dal cimitero e va a fare un prelievo e me lo porta…
Non manca nell’omelia di padre Cesare un riferimento a quell’altra grande partenza del fraterno amico Sauro Scarpa, a distanza di poche ore l’una dall’altro. In una felice stagione educativa li ho avuti entrambi colleghi e so quanto fosse bella la scuola con gente così! Con Wilma ho condiviso poi Opera Baldo, con Sauro un punto di aiuto a scuola, all’Itis, quasi un raggio, per i ragazzi. Dove c’era l’odore di pecore loro c’erano sempre.
In quello stesso giorno di lunedì c’è la Via Crucis, uno dei gesti più imponenti della storia del Movimento di Comunione Liberazione a Chioggia. Una processione silenziosa che percorre le strade della città dal Sagraeto dove ci saluta il Vescovo Giampaolo, al Cristo di san Domenico. Camminiamo scossi per le notizie del giorno e non abbiamo parole tra di noi che non siano di preghiera. L’adorazione della croce sembra non finire più perché ciascuno porta lì davanti questi amici che sono partiti.
Il giorno dopo alla Madonna della Navicella c’è la folla di Sauro ed è l’amico Don Angelo Busetto, che è stato l’uomo che ci ha raccolto con il nostro desiderio di vita sulle rive del mare, a tenere l’omelia. Certe scene rimangono nella mente in bianco e nero come nelle foto di Boccasette, l’antica tenda delle nostre vacanze di mare quando giungevo con Luisa Sauro e Rita in barca a vela, e da terra arrivavano Luigi e Laura in macchina, oppure l’attraversata dell’Adriatico mare con Luigi Costa in barca a vela per arrivare all’altra riva.… Cose che rimangono mitiche anche oggi, e mi si mescolano con i fotogrammi di uno dei film sul Vangelo più amati, quello secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini, quella corsa in riva al mare, sulla battigia degli apostoli, ancora con le reti in mano, una corsa lunga che finisce tra le braccia del Signore Gesù.
Non trattengo le lacrime all’incipit di Don Angelo che parla con l’amico: ’Cosa è per te, Sauro, il vento e il mare dello Spirito Santo, dopo i tuoi percorsi con la barca in mare, dopo la pesca con gli amici? Cosa è ora per te la visione della comunione dei santi, della larga schiera di amici – quanti amici, quante famiglie amiche - che ti abbraccia in paradiso?
Da questa postazione, più alta delle montagne che percorrevi, e dalla quale vedi Rita, i figli Francesco e Stefano, le nipoti, tutti questi amici, i tuoi compagni di viaggio, i tanti che sono stati tuoi alunni, i bambini con i quali giocavi insieme con i tuoi figli quand’erano piccoli e inventavi per loro storie, o adesso con le tue nipoti. Cos’è questo ingresso in paradiso? …Sauro ci apre alla speranza. Di lui possiamo parlare soltanto mostrando la vita, raccontando cose, fatti, presenza. Ecco il cristianesimo: cose, fatti, persone’…Abbiamo incontrato un cristiano. E ne siamo certi: con un amico così non si va solo per mari e monti, o per mille lavoretti. Con un amico così si va in paradiso!’
In questo sabato del tempo, arriva una Domenica di Pasqua così, grazie miei sacerdoti per esserci con le vostre trasfigurazioni, immedesimazioni, resurrezioni!

Piergiorgio Bighin