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Venerdì 27 maggio 202, Sant’Agostino di Canterbury, vescovo, m. 604

Vangelo secondo Giovanni 16,20-23

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.
La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla».

UN PARTO DI NUOVA VITA

Un paragone famoso, che riecheggia nei secoli: il parto doloroso della donna, genera una nuova vita. Ci sono sofferenze che sembrano sterili, di cui non è visibile il frutto. Eppure ogni sofferenza, anche la più ingiusta e assurda può essere vissuta in condivisione con la croce di Gesù, e allora misteriosamente genera un frutto di grazia. Don Carlo Gnocchi invitava i bambini feriti o mutilati a offrire a Gesù le ‘perline’ del loro dolore durante le operazioni chirurgiche.