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Giovedì 13 ottobre 2022, San Teofilo d’Antiochia, II sec.

Vangelo di Luca 11, 47-54

In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite.
Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione.
Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito».
Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.

RICONOSCERE LA SUA AZIONE

L’ossessione del legalismo esteriore restringe l’orizzonte e non permette di riconoscere le voci dei profeti che parlano in nome di Dio, e le azioni dei santi; valgono solo la regola e il programma da noi stabilito e tutti ci appaiono avversari e nemici. Dio continua invece ad entrare nella storia, attraverso i carismi e i santi che rendono viva e attuale la sua presenza, e sospingono a riconoscere e ad attuare la sua volontà per la nostra vita e per il nostro tempo.