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Lunedì 17 ottobre 2022, Sant’Ignazio di Antiochia, vescovo e martire, m.107; Beato Contardo Ferrini, giurista, Milano 1859-Novara 1902

Vangelo di Luca, 12, 13-21

In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».

LA VERA RICCHEZZA

Gesù non si pone tra i contendenti come mediatore e paciere. Egli invece entra nel profondo del cuore delle persone, per liberarci da ogni pretesa e da appoggi inconsistenti. Quanto ci può salvare la ricchezza, quanto ci salvano tutti i beni della terra? Non è il caso di dilaniarci in pretese, guerriglie e guerre, per rivendicare i nostri ‘diritti’. Nè di confidare nei granai pieni e nei conti in banca. Conviene invece ricercare la ricchezza che vale presso Dio.