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Venerdì 23 dicembre 2022, San Giovanni da Kety (Canzio), Polonia, 1390–1473

Vangelo secondo Luca 1,57-66

In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.

CHE SARÀ MAI QUESTO BAMBINO?

Questo bambino avrà la missione di preparare la via al Messia e di indicarlo al mondo. Gesù dirà di lui che è ‘il più grande fra i nati di donna’. E tuttavia ‘il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui’. Ogni uomo che nasce ha il compito di testimoniare la bontà e la bellezza della vita; ogni cristiano, ogni battezzato ha il compito di testimoniare la venuta al mondo di Gesù Figlio di Dio. E’ il nostro compito nei giorni del Natale.