Vai al contenuto

Vangelo secondo Matteo 17,10-13

Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?».
Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro».
Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.

PRIMA DI GESU’

Chi viene prima di Gesù, prima del Messia Salvatore? Viene chi lo proclama e lo indica al mondo, come Giovanni Battista; vengono prima i profeti che l’hanno annunciato, i poveri che l’hanno atteso e i giusti che lo hanno accolto, come Maria e Giuseppe, Elisabetta e Maria. Il Messia non viene da solo, ma si fa precedere dalla scia di chi lo annuncia, lo accoglie, lo porge al mondo. Persino nel nostro cuore c’è un punto infiammato che lo desidera, lo attende e infine lo accoglie.

Vangelo secondo Matteo 11,16-19

In quel tempo, Gesù disse alle folle:
«A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano:
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”.
È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”.
Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».

COME BAMBINI CAPRICCIOSI?

Gesù conosce il cuore umano, lui che s’è imbattuto in uomini e donne volubili e vaganti. Come bambini capricciosi, non ci accontentiamo di nulla e pretendiamo il contrario di quello che ci viene donato. Manteniamo in cuore una riserva che ci blocca, e vorremmo dettare noi la misura della vita. Gesù ci sospinge a un realismo diretto, per arrivare a riconoscere la verità e la bontà delle opere compiute da Lui, vera sapienza. Uno sguardo libero e un cuore docile donaci o Signore.

Vangelo secondo Luca 1,26-38

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

UNA VIA SANTA E IMMACOLATA

A un certo punto della storia, Dio decide di cominciare da capo, riprendendo l’opera della creazione. Maria, concepita Immacolata, creatura perfetta uscita dalle mani e dal cuore di Dio, è la nuova Eva, chiamata a diventare Madre di Cristo, Uomo nuovo, nuovo Adamo, principio di una umanità risanata e rinnovata. Ripartiamo da Maria: partecipiamo della sua grazia con il Battesimo, con la misericordia che riconcilia, nella compagnia della Chiesa, desiderando e domandando di camminare per la via santa e immacolata percorsa da Maria.

Vangelo secondo Matteo 11,28-30

In quel tempo, Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero»

DA CHI ANDARE?

Affaticati dalla vita, oppressi da malattia e angoscia, terrorizzati dalla crisi indotta dalla guerra: da chi andare? C’è l’opera di scienziati, medici, psicologi. C’è – o ci dovrebbe essere – l’impegno dei politici per un mondo di giustizia e di pace. C’è la vicinanza e l’aiuto di familiari e amici, e di tante persone di buona volontà… Eppure, il fondo del cuore umano è un abisso, e il nostro bisogno è senza confini. Solo un amore più grande, infinito, ci può corrispondere e soccorrere. “Venite a me…”

Domenica 11 dicembre 2022 - III DI AVVENTO, anno A

Introduzione del celebrante

In questo Avvento la nostra preghiera è rivolta al Signore perché noi stessi possiamo riconoscere a accogliere la sua venuta tra noi.

  1. Signore Gesù, ravviva in noi e in tutta la Chiesa il desiderio e la gioia dell’attesa di Te, rinnovando la preghiera e la carità,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù affidiamo a te Papa Francesco, il nostro vescovo, i sacerdoti e tutti coloro che accompagnano il popolo cristiano a riconoscere ed accogliere la tua presenza nella vita,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, tu sei vita e salvezza. Ogni persona nel mondo possa ritrovare la pace del cuore, sperimentare la pace del mondo, la giustizia delle opere, la bellezza della vita,

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

  1. Signore Gesù, ti affidiamo quanti vivono condizioni di difficoltà per malattia, solitudine, stanchezza; rinnova la nostra carità e accoglienza verso il prossimo, vicino e lontano.

Preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

Conclusione del celebrante

Signore Dio nostro Padre, che vuoi salvare il mondo, accogli il nostro desiderio e la nostra domanda, nell’attesa del tuo Figlio Gesù, che vive e regna nei secoli dei secoli.

SEI TU COLUI CHE DEVE VENIRE?

Una domanda che ci prende ‘Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?’ E’ Gesù il Salvatore che attendiamo? E’ di Lui che abbiamo bisogno, mentre desideriamo la pace, la stabilità della speranza, la bellezza e la felicità della vita? Nel dramma e nel deserto del mondo, Gesù è venuto, Gesù viene. Scrutiamo ogni giorno i segni della sua presenza e della salvezza che egli opera. Domandiamo l’umiltà di riconoscerlo. Partecipiamo al cammino di Avvento nella preghiera, nella parola di Dio, nella carità, nella fedeltà alla nostra vocazione, con la compagnia della Chiesa.

 

 

 

 

Vangelo secondo Matteo 18,12-14

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita?
In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite.
Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda».

IN CERCA DI NOI

E’ venuto a cercarci, diventando uomo e camminando per le nostre strade. Viene in cerca di chi continua a perderlo. Anche quest’anno l’Avvento ci risveglia: la Sua iniziativa risuona nella liturgia della Chiesa, e si trasmette attraverso testimoni che vivono di Lui e a Lui ci richiamano con la vita e la parola. Buoni pastori, amici e fratelli ancora ci raggiungono nella nostra distrazione e dispersione: chi si fa trovare e risvegliare, dà gioia al Pastore e al mondo.

Vangelo secondo Luca 5,17-26

Un giorno Gesù stava insegnando. Sedevano là anche dei farisei e maestri della Legge, venuti da ogni villaggio della Galilea e della Giudea, e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni.
Ed ecco, alcuni uomini, portando su un letto un uomo che era paralizzato, cercavano di farlo entrare e di metterlo davanti a lui. Non trovando da quale parte farlo entrare a causa della folla, salirono sul tetto e, attraverso le tegole, lo calarono con il lettuccio davanti a Gesù nel mezzo della stanza.
Vedendo la loro fede, disse: «Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati». Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere, dicendo: «Chi è costui che dice bestemmie? Chi può perdonare i peccati, se non Dio soltanto?».
Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Perché pensate così nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire “Ti sono perdonati i tuoi peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua». Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e andò a casa sua, glorificando Dio.
Tutti furono colti da stupore e davano gloria a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose».

GESU’ SALVA: ECCO COME

Due aspetti importanti risaltano in questo episodio. Il primo è che Gesù si manifesta come Dio, in quanto perdona i peccati. Secondo: Gesù opera una salvezza che comprende tutto l’uomo, anima a corpo. La salvezza inizia dalla liberazione dal male, che avviene con il perdono dei peccati. E’ bello rilevare che il paralitico non vive da solo la sua avventura: viene portato da ‘alcuni amici’ e alla fine ‘tutti’ riconoscono il prodigio e rendono gloria a Dio.

Vangelo secondo Matteo 3,1-12

In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!».
E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».

UN NUOVO GERMOGLIO

Veniamo richiamati e stimolati da un ‘profeta’ come Giovanni Battista, con decisione e asprezza, per raddrizzare il nostro desiderio e la nostra domanda. Che cosa possiamo desiderare e domandare se non Cristo e la sua presenza nella nostra vita? Senza farci vincere dalla presunzione di essere cristiani già a posto (Abbiamo Abramo per padre….); e senza rassegnarci a vivere al ribasso. La nostra fede può rifiorire con un nuovo germoglio nella preghiera, nella familiarità con la parola di Dio, nella compagnia cristiana della Chiesa, nella carità e nella missione.