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Vangelo secondo Matteo 13,54-58

In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.

IL FIGLIO DEL FALEGNAME

Inserita nella famiglia umana, nella parentela del clan familiare, nella vicenda del lavoro artigianale, l’incarnazione del Figlio di Dio non è di cartapesta, ma di carne e sangue, crescita e sviluppo, relazione e apprendimento. Gesù è di tutti, appartiene all’intera umanità. Gesù falegname si riflette in ogni persona che nel lavoro esprime se stessa, provvede al mantenimento proprio e dei familiari, porta a sviluppo l’opera della creazione, a beneficio di tutti. Tutta la realtà umana in via di redenzione.

Vangelo secondo Giovanni 10,1-10

In quel tempo, Gesù disse:
«In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore.
Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo.
Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».

LA PORTA, L’OVILE, IL PASTORE

Un luogo a cui riferirsi, una casa in cui abitare, un popolo a cui appartenere, un pastore a cui guardare: a questo ci chiama Gesù. Chi è solo e guarda solo se stesso, è una pecora solitaria che si perde. Gesù è la porta per entrare nell’ovile della Chiesa.
Gesù è il pastore che custodisce, conduce al pascolo, ha cura di ciascuno. Questa non è solo un’immagine, ma una realtà. Scopriamo l’ovile e seguiamo il pastore. Senza questo, finiamo in balia del disorientamento e del nulla.

 

Vangelo secondo Matteo 11,25-30

In quel tempo, Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

LA POTENZA DI DIO

Come il Signore fa vivere e rinnova la Chiesa? Come interviene nel mondo? Mentre uomini e donne di buona volontà si arrabattano a inventare programmi di cambiamento e risanamento, Dio suscita persone che donano spirito nuovo a tutto l’organismo. Pur messa alle strette dai genitori fin da piccola, Caterina si offre al Signore, diventando poi una sorta di ‘condottiera’ di drappelli di persone che rinascono a fede viva e la testimoniano al mondo. Aguzziamo gli occhi per riconoscere i santi di Dio.

 

Vangelo secondo Giovanni 6,52-59

In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me.
Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.

UNA MEMORIA CHE ‘CONTIENE’

La domanda dei Giudei è logica secondo la misura umana, ma non tiene conto della logica di Dio. Nel Figlio Gesù, Dio vuole donarci la sua vita, non solo per via di pensiero e adesione interiore, ma attraverso il gesto del mangiare e bere. Il Figlio di Dio, che si è fatto ‘contenere’ in un corpo umano, si farà ‘contenere’ nel segno del pane e del vino, diventati memoria viva del suo corpo e sangue offerti in sacrificio e risorti. Chi può intendere questo?

Vangelo secondo Giovanni 6,44-51

In quel tempo, disse Gesù alla folla:
«Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.
Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

PANE DI VITA ETERNA

Gesù scava nel profondo della nostra esistenza, lì dove il Dio creatore, il Padre, ci parla nell’intimità del cuore e ci attira verso la verità, verso Cristo. Egli, Figlio eterno venuto tra noi, svela l’interiore dinamismo che ci attrae verso di Lui. Inoltre, Gesù dichiara di essere il pane che alimenta questa vita donata dal Padre, conducendola fino a pienezza. Gesù, pane che produce vita eterna, per noi e per tutti.

Vangelo secondo Giovanni 6,35-40

In quel tempo, disse Gesù alla folla:
«Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete.
Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».

ANDIAMO DA LUI

Andiamo in cerca del pane e della felicità, della distrazione e della pace, dell’amicizia e della compagnia. Che cosa colma la nostra fame e sete? Il Padre ci ha creati con un buco nello stomaco e un desiderio nel cuore, per farci camminare verso il compimento. Il Padre consegna Cristo agli uomini, perchè troviamo risposta in Lui, il nostro desiderio non vada dissipato e la vita non vada perduta. Consegnati a Cristo e da Lui attratti, perché indugiamo?

30 aprile 2023, Domenica Quarta di Pasqua, Anno A

Giornata di preghiera per le vocazioni

GESU’, BUON PASTORE, ASCOLTACI

Introduzione del celebrante

A Cristo Buon Pastore del popolo cristiano, affidiamo le nostre persone, le vocazioni, la Chiesa e il mondo intero.

  1. Gesù Buon Pastore a te affidiamo i pastori della Chiesa: Papa Francesco, il nostro vescovo, i sacerdoti e tutti coloro che hanno

responsabilità verso il popolo cristiano; siano attenti e saggi, premurosi e coraggiosi,

Preghiamo: GESU’, BUON PASTORE, ASCOLTACI

  1. Gesù Buon Pastore accompagna le comunità cristiane con il ministero del sacerdote. Custodisci nel cuore dei giovani la vocazione a cui li hai chiamati; il tuo Santo Spirito li guidi a una piena risposta. Ti affidiamo il nostro Seminario,

Preghiamo: GESU’, BUON PASTORE, ASCOLTACI

  1. Signore Gesù, ravviva nei fidanzati la consapevolezza della propria vocazione al sacramento del matrimonio; benedici gli sposi cristiani, in unità e concordia.

Preghiamo: GESU’, BUON PASTORE, ASCOLTACI

  1. Signore Gesù, la tua grazia vinca il male del mondo: ti affidiamo le persone travolte da guerra, insurrezioni, ingiustizie. Dona a chi governa la sapienza e il coraggio della pace,

Preghiamo: GESU’, BUON PASTORE, ASCOLTACI

Conclusione del celebrante

Affidiamo a Dio Padre la vita e il destino dell’umanità e delle nostre comunità. Per Cristo nostro Signore.

LA PORTA, L’OVILE, IL PASTORE

Un luogo a cui riferirsi, una casa in cui abitare, un popolo a cui appartenere, un pastore a cui guardare: a questo ci chiama Gesù. Chi è solo e guarda solo se stesso, è una pecora solitaria che si perde. Gesù è la porta per entrare nell’ovile della Chiesa. Gesù è il pastore che custodisce, conduce al pascolo, ha cura di ciascuno. Questa non solo un’immagine, ma una realtà. Scopriamo l’ovile e seguiamo il pastore. Senza questo, finiamo in balia del disorientamento e del nulla.

 

Vangelo secondo Marco 16,15-20

In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.

VANGELO: DALLA PAROLA ALLA SCRITTURA

Non è stato immediato mettersi a scrivere la vita di Gesù. Il Vangelo, la buona notizia della vita di Gesù, morto e risorto, veniva proclamato nelle piazze e rievocato nelle case, con gli amici, con nuove persone. Tutto era custodito nella memora del cuore e nelle azioni della vita. Marco aveva accompagnato Paolo nell’avventura missionaria. E Paolo scriveva lunghe lettere, raccontando e ragionando. Forse da qui prese spunto Marco, che prese a scrivere il racconto di Pietro, donandoci il primo ‘Vangelo’ scritto.

Vangelo secondo Giovanni 6,22-29

Il giorno dopo, la folla, rimasta dall’altra parte del mare, vide che c’era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie.
Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo».
Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».

QUALE PANE?

Dopo il miracolo del pane, la folla attraversa il lago per raggiungere Gesù. Non se lo può far scappare: pani e pesci garantiti. Se Gesù facesse un miracolo al giorno…Potrebbe bastare alla folla, basterebbe a noi avere pane e pesce, e magari un po’ di soldi e di gite? Di quale cibo abbiamo bisogno per oggi e per sempre? Gesù lancia la stoccata: “Credete in Colui che Dio ha mandato”. Il pane buono, il pane che ci basta, è la fede in Lui.