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Martedì 6 giugno 2023, San Norberto di Magdeburgo, monaco e vescovo, Germania 1080 – 6 giugno 1134

Vangelo secondo Marco 12,13-17

In quel tempo, mandarono da Gesù alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso.
Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?».
Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo». Ed essi glielo portarono.
Allora disse loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio».
E rimasero ammirati di lui.

DIO E CESARE

Ancora a Gerusalemme, nei pressi del tempio. Vengono mandati in avanscoperta (da chi, se non dai responsabili del tempio?) farisei ed erodiani, questi ultimi certamente compromessi con il potere romano. Pagare il tributo a Cesare significa riconoscerlo come capo. Gesù è netto e preciso: le monete portano l’impronta di Cesare, quindi gli appartengono. A Dio, cosa appartiene? Tutto. Cesare va riconosciuto fin quando non si sostituisce a Dio. I cristiani dei primi secoli l’hanno proclamato fino al martirio.