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Sabato 1 luglio 2023, Preziosissimo Sangue di Gesù; Sant’Aronne, fratello di Mosè; Beato Antonio Rosmini, sacerdote, filosofo e teologo, Rovereto 1797 – Stresa 1 luglio 1855

Vangelo secondo Matteo 8,5-17

In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».
Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al centurione: «Va’, avvenga per te come hai creduto». In quell’istante il suo servo fu guarito.
Entrato nella casa di Pietro, Gesù vide la suocera di lui che era a letto con la febbre. Le toccò la mano e la febbre la lasciò; poi ella si alzò e lo serviva.
Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la parola e guarì tutti i malati, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
“Egli ha preso le nostre infermità
e si è caricato delle malattie”.

UNA FEDE STRANIERA

Il mese di luglio inizia con un episodio bellissimo, che ci tocca direttamente: il centurione è uno straniero, forse proveniente dalla penisola italica e magari dalla regione veneta. Gesù gli riconosce una fede più grande di quanto abbia riscontrato in Israele. Un fede umile e delicata, che non pretende di ‘scomodare’ Gesù ma crede anche nel miracolo ‘in distanza’. La Chiesa fa ripetere le parole del centurione prima della comunione: non sono degno, ma una tua parola basta a salvarmi!