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Lunedì 10 luglio 2023, Sante Rufina e Seconda martiri, Roma, 260

Vangelo secondo Matteo 9,18-26

In quel tempo, [mentre Gesù parlava,] giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli.
Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell’istante la donna fu salvata.
Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione.

IL VANGELO E’ UN FATTO

L’evangelista Matteo stringe al massimo due episodi che Marco e Luca raccontano più distesamente. Così l’azione di Gesù e la sua personalità si stagliano come una scultura appena scalpellata. Viene da dire: fatti, non parole. Quello che è accaduto, senza concedersi ai particolari. Il Vangelo, prima di diventare annuncio, è un fatto, tanti fatti accaduti che delineano la personalità divina di Gesù, E la ‘notizia di questi fatti’ ancora si diffonde tra noi.