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Lunedì 24 luglio 2023, San Charbel Makhluf, sacerdote, Beqaa Kafra, Libano, 1828 – Annaya, Libano 1898

Vangelo secondo Matteo 12,38-42

In quel tempo, alcuni scribi e farisei dissero a Gesù: «Maestro, da te vogliamo vedere un segno».
Ed egli rispose loro: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra.
Nel giorno del giudizio, quelli di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona! Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone!».

QUANDO IL SEGNO ACCADE

Siamo sempre i soliti. Domandiamo un segno, un segno come vogliamo noi, chiaro e clamoroso, che ci costringa a credere inevitabilmente. Invece il segno è un rapporto che ci viene donato, è un'amicizia che incontriamo, una Grazia che accogliamo. Un segno non accade senza provocare la nostra libertà e non viene riconosciuto senza l’accoglienza della mente e del cuore. Il segno è Gesù tra noi, riconosciuto e seguito nella vita della Chiesa.